venerdì 20 febbraio 2015

32

Quest'anno compio 32 anni. Lo scrivo in numeri così fa più effetto.
Non che sia necessario, ovviamente. Avere 32 anni significa essere grandicella e non c'è bisogno di ricordarlo scrivendolo in caratteri numerici.


Quando penso alla mia età mi ricordo che i trentenni di oggi sono i ventenni di un tempo, tuttavia credo che sia una cosa che la nostra generazione si ripete per tranquillizzarsi. I genitori alla nostra età avevano lavoro fisso, casa, figli e probabilmente erano già stempiati. No, le mamme no, loro forse si facevano il colore molto più spesso di quanto non serva a noi.
Da questo punto di vista posso ritenermi estremamente fortunata. Non sto dicendo di non avere capelli bianchi. Ne ho in abbondanza, così tanti che intorno alle tempie, da vicino, sembra che abbia dei fili lunari, ma ho una fortuna sfacciata. Ho i capelli grigio topo, quel grigio topo che i parrucchieri definiscono biondo cenere e che la gente normale chiama castano chiaro. Per me sono grigio topo, e lo sono davvero perché i colpi di sole - ah, ah - bianchi non si vedono, si mischiano alla perfezione con la base e mi permettono di rimandare il colore. D. vi direbbe che sto esagerando, che non sono tanti e forse ha anche ragione. Fatto sta che riesco a rinviare qualunque strana colorazione e ne sono contenta. Da adolescente li ho fatti in tutti i modi: rossi, rosso rubino, neri, neri con riflessi blu, neri con mèches lilla - geniale! - biondi. Poi, intorno ai vent'anni, ho scoperto che quello che c'era sotto, quel grigio topo, non era poi tanto male e li ho lasciati così.
Come ho fatto a passare dall'età ai capelli? Ah, sì, mi ricordo.
Dunque. La nostra generazione, quella nata tra il '75 e il '90 è sicuramente una generazione incasinata. Proprio come racconta Dafne, siamo cresciuti, più o meno, nel benessere e siamo stati scaraventati in una crisi economica profonda dalla quale non sappiamo quando verremo fuori. Una generazione che ha fatto l'università, che si è presa i suoi tempi, che ha rimandato il rimandabile. Una generazione in cui i trentenni sono i ventenni di tanto tempo fa.
Io mi sono accorta di non essere più una "enti" a 31 anni, quindi l'anno scorso. Lì ho capito che anche se potevo sembrare più piccola - sono rari i trentenni che dimostrano trent'anni -, anche se mi sentivo una ventenne, ero diventata grandicella. Fino a quel momento non me ne importava un fico secco se in alcuni documenti compariva Sig.ra, né se in dei negozi mi davano del Lei. Poi, non so precisamente né come né quando, ha iniziato a infastidirmi. I ragazzini da qualche anno non mi scambiano più per una loro compagna di scuola e i negozianti, pur sorprendendosi per la mia età - soprattutto le farmaciste - non si dilungano in complimenti come succedeva fino a tre anni fa. Insomma, puoi anche sembrare più piccolo, ma di sicuro non un ventenne.
A 31 anni ho capito che non ero più una ragazzina. Non è mutato niente rispetto ai ventinove, solo il numero e i capelli bianchi. Mi sono sposata a 25 anni quindi non posso dire che la mia vita sia cambiata da un anno all'altro. È cambiato solo il numero. È arrivato il 3. E va accettato. 
Quindi non storcerò il naso se un diciannovenne mi darà della trentenne, non solleverò gli occhi al cielo se mi daranno del Lei in fila al supermercato e non sbufferò se non mi diranno più "trent'anni? Ne dimostri venticinque!"
Non farò niente di tutto questo. Però continuerò a mettere l'anello con i Doni della morte di Harry Potter - solo un amante di HP può capire cos'è - e continuerò a fare quello che ho sempre fatto. Con la sobrietà che mi è sempre appartenuta e con un po' di mascara in più. No, tranquilli, non così tanto da sembrare una cantante rock anni '80.
2 o 3 che sia.

P.s.- ieri in profumeria me ne hanno dati 24! Ah, ah. 

M.

6 commenti:

  1. Love you lots!
    Ma anche tu lo sai già! *_*

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  2. Ah, come ti capisco! Per me è stato uguale, inclusi i capelli grigiotopo-biondocenere, con la sola differenza che... ne ho quasi venti di più! C'è di buono che dentro mi sento più ricca di prima e mi sono abituata a non essere vista come "ragazza". Di meno buono... non lo dico. ;) Tanti auguri!

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    1. Grazie! ^_^
      "Mi sono abituata a non essere vista come "ragazza"" è la chiave di tutto, non potevi dire cosa più veritiera. Ci deve essere un punto, da qualche parte, tra i trenta e i quaranta (che ne dici dei 39?) in cui forse ti senti donna e basta.
      Però adesso voglio sapere il meno buono! :D

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    2. No no, continui a sentirti ragazza anche dopo! Solo ti abitui al fatto che gli altri non se ne accorgano. ;) Ovvero, io mi sento ragazza quando sto bene. Se sono triste mi sento novantenne, ma era così anche quando avevo vent'anni. Il lato meno buono? Devo pensarci... mah... com'era la domanda? (Calo di memoria!) E poi qualche flessione nell'ottimismo, come se ci fossero meno sorprese piacevoli in serbo per me. Ah, e la vista! E poi... okay, okay, può bastare per stavolta. :)

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    3. "Continui a sentirti ragazza anche dopo" mi piace ancora di più! :)

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