In questi giorni mi sono ricordata che un sacco di tempo fa, quando ero agli inizi e seguivo un gruppo di blogger che parlava di cosa e come fare per essere uno scrittore, avevo scritto un decalogo per l'autore esordiente che non solo si affacciava al mondo dell'editoria, ma lo faceva anche da self.
Le cose sono un po' cambiate, ultimamente, ma c'è ancora un nutrito numero di persone, soprattutto autori (perché al lettore, in fondo, interessa solo leggere un libro bello e scritto bene) che ha un'opinione negativa di chi sceglie di fare da solo. Sebbene sia piuttosto chiaro che tanti autori preferiscano questa strada e non vi siano obbligati perché nessuno li pubblica, l'idea che il libro possa non essere confezionato bene, c'è.
Il problema è che di libri confezionati male, indi o editi tradizionalmente, ce ne sono. Non possiamo fingere il contrario. Impaginatura pessima, refusi, errori grammaticali.
Le sviste sono all'ordine del giorno e i refusi dei piccoli mostriciattoli che si fanno in quattro per averla vinta su chiunque. Ma da qui a vedere un libro palesemente "scomposto", che sia per trama, estetica o lingua, ce ne corre.