Sto seriamente pensando di cedere al print-on-demand. In questi giorni in cui ho deciso di fare un po' di promozione di È qui che volevo stare su Facebook, spendendo qualche soldino guadagnato dalla pubblicazione precedente - Il mio supereroe - sto ricevendo un sacco di feedback. Quando vedi tanta gente che clicca sul post, mette mi piace, viene nella tua pagina e ti scrive, è una magia. Ogni volta che mi arriva un messaggio, che sia privato o pubblico, non vedo l'ora di andare a vedere cosa c'è scritto e comincio a saltellare. Temo che possa diventare una droga e che quando la promozione sarà finita entrerò in astinenza.
Grazie a queste deliziose comunicazioni sono emerse due questioni che mi hanno fatto riflettere. La prima è che alcuni lettori - anche se dovrei dire alcune lettrici - mi hanno chiesto se c'era il cartaceo. Io, la solita donzelletta che vien dalla campagna in sul calar del sole, mi sono fatta piccola piccola e ho risposto di no, facendo presente che era però disponibile per tutti i supporti digitali, giusto per tentare un recupero dell'ultimo minuto.
Ammetto che trasformare la storia di Sofia & co in un testo tangibile era una possibilità che fino a oggi avevo accantonato. Non perché non ci credessi o non lo volessi. L'idea di avere il mio libro su carta, di poterlo maneggiare, di poterlo distrubuire e di poterci fare i selfie come fanno tutti - che motivazione elevata, nevvero? - mi piaceva un sacco, ma facendo due conti mi sono resa conto che per poterci andare in pari - non dico guadagnarci, eh - avrei dovuto metterlo a un prezzo piuttosto eccessivo e così ho fermato tutto perché mi sembrava di chiedere troppo a chi leggeva. Adesso, però, mi viene il dubbio. Perché se la gente lo chiede vuol dire che potrebbe anche volerli spendere, quei soldi. Mi devo pentire? Lo devo fare? Ci sto riflettendo. Il problema, quando rifletto, è che se non mi do una scadenza continuo a farlo per mesi e mesi.
Sarebbe così carino averlo su carta... (cuoricini che svolazzano ovunque.)
Il secondo fatto non è direttamente connesso alle comunicazioni ma ne è una conseguenza. Tanti commenti positivi sulla pagina, tante belle recensioni su Amazon - e... su Goodreads sembra che abbiano letto un altro libro. Sono (quasi) sempre positive, non voglio sindacare su tre stelline, ma proprio non capisco come mai lì mi becco sempre qualche luminaria in meno. Anche con Innamorarsi ai tempi della crisi era successo, ma quello era un esperimento e ogni stelletta presa era una conquista, anche se faceva male - si sa, fa sempre male la parsimonia stellare -.
Chissà che succede, in questi magici mondi digitali e non.
M.
Chissà che succede, in questi magici mondi digitali e non.
M.