"Io amo Dafne", mi hanno scritto qualche giorno fa. Tra le tante cose belle c'è stata questa. Non potete immaginare quanto mi abbia fatto piacere. Lei è proprio uno di quei personaggi di cui innamorarsi.
Dafne è una di noi perché non è perfetta. Come tutte le donne di questo mondo ha dei difetti, e sono proprio i suoi difetti che ce la fanno stare simpatica. È bella, strana, intelligente, alta, secchiona, scordinata, particolare, geniale, silenziosa, pensierosa ma soprattutto è un casino, come tutte noi.
Dafne è una di noi perché non è perfetta. Come tutte le donne di questo mondo ha dei difetti, e sono proprio i suoi difetti che ce la fanno stare simpatica. È bella, strana, intelligente, alta, secchiona, scordinata, particolare, geniale, silenziosa, pensierosa ma soprattutto è un casino, come tutte noi.
Mi è andata a genio sin dall'inizio. Spesso leggo libri con personaggi femminili che non mi fanno impazzire. Ne ho letti due ultimamente in cui il lui era fantastico ma la lei era un po' fastidiosa. La tipica ragazza acqua e sapone timida e carina che finge e stra-finge di essere tale perché alla fine sa sempre cosa dire, è tagliente, è bella, è sexy e tutto il resto. Come ha fatto questa donna a trasformarsi? Come fa ad avere sempre la battuta pronta?
Dafne non ha assolutamente nessuna di queste caratteristiche. Lei non sa mai cosa dire, e quando dice spesso non è la cosa giusta. Allora mugugna. Mugugna e in quei mmm o mm mm dice tutto ciò che la sua mente produce, solo che lo capisce solo lei. E quando non emette suoni fissa la gente, si incanta, magari a bocca aperta, e rimane così, oppure schiaccia i suoi enormi occhiali sulla faccia, arriccia il naso, la bocca. Malgrado ciò è adorabile, e lo è perché è un casino. Non è la classica donna perfetta, e soprattutto non è la classica donna che tiene in pugno gli uomini.
Dafne è una ragazza di ventotto anni che racconta a se stessa, e a noi, un periodo della sua vita. Uno di quei periodi del cavolo in cui la maggior parte delle cose vanno in modo assurdo e non capisci perché. Ci racconta due mesi della sua vita in tempo di crisi, la crisi che è entrata nelle case di molte famiglie italiane e che ha spazzato via un sacco di sogni. La stessa che ha messo in un angolino quelli di Dafne.
Lei racconta. Racconta com'è vivere in una casa che ha desiderato e che non può permettersi, racconta com'è fare un lavoro completamente diverso da quello che ha sempre voluto, racconta com'è vivere in Italia a ventotto anni e lo fa in modo simpatico, senza farci pesare tutti i "suoi casini". Tranne uno, il casino più grande, il casino che si chiama Alessio. L'unico uomo che le sia mai piaciuto veramente, l'unico che non vuole baciare. Perchè? Perché ha paura che se ne vada, ha paura di provare sensazioni nuove e profonde e di trovarsi, come sempre, da sola. Perché se nella maggior parte dei libri l'eroina è una che sa sempre cosa dire, è tagliente, è bella, è sexy e tutto il resto, come può lei che non sa mai cosa dire, mugugna, fissa la gente e rimane in silenzio stregare il ragazzo perfetto al punto da essere richiamata il giorno dopo?
Di Dafne, secondo me, è difficile non innamorarsi (come lettrice/lettore, intendo, perché quello che fa Alessio lo potete scoprire solo leggendo :p ). È difficile non vivere le emozioni che vive lei, non odiare i personaggi che odia lei e diciamocelo... è difficile non prendersi una cotta per Alessio. Perché ha indubbiamente il suo perché, ed è un perché che farebbe impazzire chiunque.
A questo punto non vi rimane che entrare nel mondo di Dafne attraverso Innamorarsi ai tempi della crisi e vedere un po' cosa succede tra lei e il troppo bello, troppo intelligente e troppo simpatico Alessio.
P.s. - In Dafne, ovviamente, c'è un po' di me, di S. e di Sab, ma c'è anche un po' di tutte le mie meravigliose amiche. In questo post scriptum mi riferisco a F., E. e M. Gli ummeggiamenti (usati in modo non del tutto uguale a quello di Dafne) e le battute come quella del "covone di fieno" (I miei capelli, completamente rigonfiati dalla pettinatura, mi sono scivolati sulle spalle simili ad un covone di fieno) non sono una produzione mia al 100% ma sono il risultato di giornate intere passate a ridacchiare, a bere caffè e a parlare di qualunque cosa. Sono il risultato di menti geniali che riuscirebbero a far ridere anche la persona più seria del mondo. Era giusto che ve ne rendessi merito, "topine mie".
Buona lettura!
M.
Lei racconta. Racconta com'è vivere in una casa che ha desiderato e che non può permettersi, racconta com'è fare un lavoro completamente diverso da quello che ha sempre voluto, racconta com'è vivere in Italia a ventotto anni e lo fa in modo simpatico, senza farci pesare tutti i "suoi casini". Tranne uno, il casino più grande, il casino che si chiama Alessio. L'unico uomo che le sia mai piaciuto veramente, l'unico che non vuole baciare. Perchè? Perché ha paura che se ne vada, ha paura di provare sensazioni nuove e profonde e di trovarsi, come sempre, da sola. Perché se nella maggior parte dei libri l'eroina è una che sa sempre cosa dire, è tagliente, è bella, è sexy e tutto il resto, come può lei che non sa mai cosa dire, mugugna, fissa la gente e rimane in silenzio stregare il ragazzo perfetto al punto da essere richiamata il giorno dopo?
Di Dafne, secondo me, è difficile non innamorarsi (come lettrice/lettore, intendo, perché quello che fa Alessio lo potete scoprire solo leggendo :p ). È difficile non vivere le emozioni che vive lei, non odiare i personaggi che odia lei e diciamocelo... è difficile non prendersi una cotta per Alessio. Perché ha indubbiamente il suo perché, ed è un perché che farebbe impazzire chiunque.
A questo punto non vi rimane che entrare nel mondo di Dafne attraverso Innamorarsi ai tempi della crisi e vedere un po' cosa succede tra lei e il troppo bello, troppo intelligente e troppo simpatico Alessio.
P.s. - In Dafne, ovviamente, c'è un po' di me, di S. e di Sab, ma c'è anche un po' di tutte le mie meravigliose amiche. In questo post scriptum mi riferisco a F., E. e M. Gli ummeggiamenti (usati in modo non del tutto uguale a quello di Dafne) e le battute come quella del "covone di fieno" (I miei capelli, completamente rigonfiati dalla pettinatura, mi sono scivolati sulle spalle simili ad un covone di fieno) non sono una produzione mia al 100% ma sono il risultato di giornate intere passate a ridacchiare, a bere caffè e a parlare di qualunque cosa. Sono il risultato di menti geniali che riuscirebbero a far ridere anche la persona più seria del mondo. Era giusto che ve ne rendessi merito, "topine mie".
Buona lettura!
M.