Se dovessi pensare di descrivermi come autrice, e dovessi immaginare una parola che funziona e che mi racchiude nelle scelte e nelle strade che intraprendo, indipendente sarebbe quella giusta.
Non self, perché, anche se l'ho usata e riusata, anche se come sinonimo per non ripetere è perfetta, e anche se è internazionale al punto giusto, me la sento poco, addosso, come un vestito che mi sta largo senza motivo, o uno stretto che è uscito male dalla lavatrice.
Self è un lemma non italiano, che racconta una tendenza che ha finito per prendere una connotazione un po' negativa. Self, spesso, è ciò che non ha molto valore, che non è fatto bene, che non merita attenzione.
Per fortuna, oggi i fatti non stanno così. Oggi i self fanno cose che le case editrici nemmeno immaginano, ed è strabiliante quando dicono no a un editore. Per preferire il self all'editoria tradizionale, ce ne vuole.