giovedì 5 novembre 2020

Halloween o Ognissanti?

Quando pensiamo ad Halloween la conclusione a cui arriviamo è: festa americana.
I più curiosi e attenti la snobbano ancora di più pensando direttamente a Samhain, il capodanno celtico che segnava il passaggio dall'estate all'inverno e dal vecchio al nuovo anno.

Insomma, il 31 ottobre con l'Italia e le nostre tradizioni, a detta di molti, non ha niente a che fare.
E invece... le cose non stanno esattamente così, e questa settimana, interamente dedicata all'uscita di Tenebrae, l'antologia di racconti edita Genesis Publishing il cui ricavato andrà in beneficienza (trovate tutto qui), ne stiamo scoprendo delle belle nel gruppo Facebook dedicato alla pubblicazione. Se non siete ancora iscritti, cliccate qui


Ma perché ho detto che le cose non sono come crediamo?
Tanto per cominciare, la parola Halloween deriva dall'inglese All Hallows Eve che, sebbene legato alla tradizione irlandese e a Jack O'Lantern, ha un significato piuttosto chiaro: la vigilia di tutti i santi. Se ci pensate bene i giorni seguenti alla festa più paurosa dell'anno sono, in Italia e in tutti i paesi di tradizione cattolica, la Festa dei Santi e la Festa dei Morti.
Trovate qualche assonanza?

Ma allora come stanno le cose? A volte tendiamo a dimenticare che il nostro paese è stato teatro di scontri e incontri di popoli e culture molto diverse tra loro, di natura principalmente pagana, che a un certo punto si sono dovute fondere con il cristianesimo. I religiosi di allora, trovandosi di fronte a credi e spiritualità del tutto diverse rispetto alla nuova religione, hanno pensato bene di non spostare le festività romane, etrusche, greche e via dicendo, ma di soppiantarle in modo "delicato". 
Se in una prima fase del cristianesimo i santi e i martiri venivano festeggiati singolarmente, a un certo punto la Chiesa d'Oriente sentì il bisogno di celebrarli tutti insieme (a partire al IV secolo), anche se la festività fu stata spostata dalla chiesa romana al 1 novembre solo nell'VIII secolo. Pare che il motivo fosse proprio quello di sovrapporre una ricorrenza cristiana a una precristiana che si celebrava al tempo della fine dei lavori agricoli, vissuta da alcune popolazioni come un vero e proprio capodanno. Per non snaturare la festa di origini pagane, probabilmente celtiche, la chiesa, secoli dopo, decise di istituire anche la Festa dei Morti, il 2 novembre. 

Nell'Italia contadina l'uso di zucche con occhi, naso, bocca e lumino acceso era largamente diffusa molto prima che la celebrazione americana diventasse quello che è oggi. 

Una cosa interessante che ho scoperto facendo ricerche riguarda il dodekaemeron. Nella mia mente questa parola pareva già esistere, ma evidentemente dopo il liceo l'avevo relegata in un piccolo angolo. 
Si tratta di un periodo di dodici giorni che si apre il 31 ottobre e si conclude l'11 novembre al cui interno si trovano Ognissanti, la celebrazione dei defunti e San Martino. Si tratta di un periodo festivo antichissimo, sempre di origine pagane, che simboleggia il passaggio da una stagione all'altra, dalla luce al buio.

Ma dunque, tornando a noi, cosa è successo? Semplice: le festività pagane dedicate al culto dei morti sono state gentilmente spostate e chiamate Ognissanti, e state pur certi che di tradizioni tutte italiane che non hanno niente da invidiare a quelle più famose e commerciali americane, ne abbiamo a bizzeffe.

In Puglia, ad esempio, in un paese che si chiama Orsara, ne La Notte del Purgatorio (per l'appunto il 31 ottobre) le zucche intagliate a forma di croce venivano lasciate davanti alle case per scacciare le anime dei dannati. Allo scoccare della mezzanotte degli uomini incappucciati giravano per le abitazioni in cerca di cibo da distribuire ai poveri muovendosi con una lanterna. Vi ricorda un certo Jack, per caso? Pensate che questa tradizione dovrebbe risalire all'anno 1000!

In alcuni luoghi della Calabria i ragazzini intagliavano la zucca a forma di teschio e si muovevano di casa in casa chiedendo "Me lo pagate il teschio?". Insomma, una specie di trick or treat.

In Abruzzo pare che i ragazzi si spostassero di abitazione in abitazione con una zucca chiedendo ai padroni di casa dolci, frutta secca o soldi. 

In Friuli si dice che sia ancora celebrato l'antico capodanno celtico, lasciando davanti a casa una zucca scavata e illuminata per ingraziarsi gli spiriti. 


Potremmo continuare a fare esempi su esempi, ma credo che anche la cucina (se la storia e il passato non ci sono riusciti) potrebbe convincervi. Quanti dolcetti tipicamente italiani conoscete relativi a questo periodo? Ogni regione ne ha uno, ma tra i più famosi c'è sicuramente il pan dei morti. Guardate un po' che nome...

Trovo tutto ciò affascinante, voi no? Sono anni che cerco di convincere chi ho intorno che Halloween è nato qui, in Europa, e che quello americano è l'evoluzione di come l'Irlanda cattolica abbia vissuto la festività pagana, ma è sempre difficile. Ora che ho avuto l'opportunità di scriverci un articolo, spero proprio che il messaggio arriverà forte e chiaro!

Sapevate tutto? Avete scoperto qualcosa di nuovo? Vivete in qualche luogo dove si festeggia?
Ma soprattutto: avete comprato Tenebrae?

Vi aspetto nei commenti! 
Monica 

Fonti: - Halloween. Nei giorni che i morti ritornano, Einaudi, E. Baldini, G, Bellosi 

12 commenti:

  1. Articolo stupendo! Anch'io tento da molto di "con vincere" della "nostranità"di questa festa che adoro...da oggi ho un'arma in più, con il tuo articolo 😄. Solo una sfumatura...non credo che il passaggio da tradizioni pagane a cristiane sia stato poi così gentile... A tal proposito vorrei condividere un ricordo: mia nonna, veneta, raccontava di Clerici di vario titolo che passavano a farsi dare parte del raccolto, in vista dell'inverno, e finché i sacchi non erano pieni come volevano non se ne andavano, minacciando punizioni divine sempre più raccapriccianti incuranti del fatto che la famiglia fosse già si per sé molto numerosa. L'inferno, nonché disgrazie terrene, sarebbero toccati a coloro che non fossero stati sufficiente generosi... 😐. Ancora complimenti per l'articolo 😃

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    1. Grazie mille, Mony, sono felicissima che ti sia piaciuto! *_*
      Ho usato "gentile" tra virgolette o corsivo proprio perché di gentilezza non ce ne era affatto, la mia intenzione era sarcastica, ma quando faccio sarcasmo non lo capisce mai nessuno, sigh! Credo che sia l'arma a doppio taglio insita in questo tipo di ironia di cui io faccio larghissimo uso! :D

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  2. Ciao Monica, il tuo articolo è davvero molto interessante, anch'io ne scrissi uno simile qualche anno fa :-)Personalmente non sono un'amante di Halloween, ma mi piace indagarne le origini e tutto quello che le ruota attorno!

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    1. Sono d'accordo, il sapere è una gran cosa, ti fa vedere tutto in modo diverso! Tu poi fai sempre ricerche e articoli interessanti, quindi ci capiamo! <3

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  3. Sai che c'è, Halloween ha ormai preso il sopravvento, in Puglia "all'anima dei morti" non si fa più.

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    1. Immagino, quasi da tutte le parti è così ed è un peccato, perché è una tradizione nostra quanto "nuova"!

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  4. Confesso di non essere un'amante di Halloween anche se amo i bambini che si travestono e aspettano i dolcetti ogni anno.
    Il tuo post però è molto interessante e ricco di spunti di riflessione, bravissima

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    1. Grazie mille, Susy! <3
      Halloween ha un suo fascino, ma come tutte le cose, affascina chi se ne sente attratto, ed è giustissimo così (in pratica ho usato un miliardo di parole per non dire niente. Ah, gli scrittori! :D).

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  5. Un post molto bello e interessante Monica!
    Sai che, pur essendo pugliese di origine, non conoscevo la notte del purgatorio di Orsara! Invece riguardo al "pan dei morti" non so se si tratta della stessa cosa perché nel mio paesello hanno un altro nome, ma per i morti è tradizione fare dei biscotti con il mosto cotto e le mandorle, buonissimi, per effetto dell'impatto con il mosto cotto i biscotti sono color marrone e quindi sono chiamati i biscotti dei morti. Io credo che ogni tradizione sia legata al ciclo della terra, dei raccolti e delle stagioni. Altra tradizione pugliese è la calza dei morti, la notte tra il 31 e il primo novembre i morti passavano a portare una calza piena di dolci ai bambini, una tradizione ultimamente soppiantata da dolcetto o scherzetto di halloween ma che tutto sommato si assomiglia...

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    1. Che bello, Giulia, non la conoscevo e non avevo trovato niente a proposito, ma direi proprio che la tradizione, ancora una volta, ci mostra quanto questa festa ci appartenga!

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  6. Post molto interessante, ho gradito molto imparare tutte queste belle cose nuove!
    Il passaggio dalla luce al buio è un momento che porta paura e tristezza, ci dovrebbe essere ancora oggi questo Dodekaemeron!

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    1. Forse, in qualche modo, c'è ancora... chissà! ;)

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