venerdì 11 marzo 2016

Sul libro: Ho sposato una vegana

Ma ciaaaao. 
Come state? Io ho appena litigato con un paio di applicazioni del computer ma non me la cavo male.

Oggi ho intenzione di parlarvi di un libro. Anche se dovrei dire che parlerò di questo libro in relazione a me, in particolare in relazione alle mie abitudini alimentari.
Parto dicendovi che sono intollerante al grano. Quella della settimana scorsa non era una battuta. Mi viene davvero l'orticaria. Funziona così: io mangio e dopo mezz'ora, più o meno, inizio a riempirmi di bolle con pause abbastanza lunghe tra un'eruzione e l'altra. La gente mi guarda e dice: smetti di grattarti. Io la guardo, facendo notare che le mie mani sono lontanissime dalla zona colpita e che è il mio corpo che fa da solo per mostrare la sua antipatia nei confronti del glutine. Per ovviare, mi sono data all'integrale, il quale crea lo stesso problema ma in maniera notevolmente minore. Se con il grano normale gli attacchi vanno da uno a dieci al giorno, con l'integrale me la cavo con due o tre. Evvai.
Voi potreste chiedermi: ma perché sei così deficiente da continuare a mangiare il grano? Io vi rispondo come rispondo a tutti: perché altrimenti non mangerei niente. Dovrei brucare insalata e, badate bene, solo insalata, perché altri tipi di verdure irritano il mio delicato stomaco, ancora sotto pressione nonostante l'adolescenza e tutto ciò che si è portata dietro sia finita da tredici anni. A essere sinceri, anche con l'insalata ho qualche problema.
Per concludere, giusto perché sia chiara la mia situazione alimentare, non mangio carne. Diciamo che ne mangio poca, così poca che in un mese le volte in cui entra nel mio stomaco le posso contare su due dita.  
Tutto molto simpatico, vero? 
Se per il glutine e il resto del cibo non posso fare molto, visto che è il mio corpo che gestisce il tutto, la questione carne dipende dalla mia attitudine mentale. Non mi piace e mi dà un po' fastidio pensare che ciò che sto per sgranocchiare fosse una creaturina vivente. 
Chiaramente, spesso e volentieri me ne infischio e mangio a caso, anche perché se vado a cena fuori o a casa di amici non ho intenzione di fare la piaga che non può toccare niente. 
Come quando ti chiamano gli amici e... > Non prepariamo niente, eh! Giusto un piatto di pasta - pustole sparse - con i peperoni - stomaco che si contorce -, poi facciamo un po' di carne - mucca? Povera mucca - e come contorno verdure saltate - stomaco che si contorce -. Come dessert frutta - stomaco che si contorce-. Vi va?
> Maaaccceeeerto! Che domande! Io mangio tuuuttto. 
Ve lo immaginate come sarebbe dire di no a ogni cosa? Impraticabile. Palesemente. Non avrei più amici. Quindi mi nutro come tutti e poi o soffro in silenzio o appoggio cose fredde sulla pelle.  
Molto divertente. 
Se ve lo state chiedendo, ho problemi anche con i biscotti e le creme di nocciole ma rientrano nella categoria "ogni tanto me ne infischio".
Questa immensa premessa serve per spiegarvi perché quando mi è finito tra le mani Ho sposato una vegana, ho scelto di leggerlo. Sono sempre alla ricerca di cibi che possano darmi la stessa soddisfazione di quelli che non posso mangiare e che possano essere cucinati in maniera rapida perché mi annoio troppo in cucina. Alla proposta: se ti va te lo presto, ho risposto di

Trama:
Sposare una vegana ha conseguenze imprevedibili. Puoi ritrovarti a brucare l'erba da un vaso sul terrazzo, e sentirti in colpa per tutte le telline mangiate nella tua «crudele» vita precedente. Seguire questa dieta, scopri inoltre, comporta un grande dispendio di energie e - chissà perché? - di denaro. Roba da diventare nervosi per davvero, ancor piú quando, dopo mesi di torture, con sorpresa e quasi fastidio, sei costretto ad ammettere che i tuoi esami medici sono, per la prima volta, perfetti. A ogni modo, la storia di Fausto e Claudia ha un lieto fine, nel senso che Claudia vince (stravince, sarebbe piú corretto dire) e Fausto si arrende (senza nemmeno l'onore delle armi). Le cose vanno bene. Solo che, proprio sui titoli di coda, spunta una complicazione: l'imminente arrivo di una figlia. Avrà cuore, Fausto, di farne un'erbivora fin dalla nascita?

La copertina mi piace tantissimo. Semplice, di impatto, adatta a una storia come questa. Superato il primo giudizio grafico, vi parlo del libro. Si legge molto velocemente ed è un testo simpatico che apre la mente a interrogativi interessanti e a prese di posizione nuove. La moglie, come molti vegani che ho avuto modo di conoscere, è una sorta di autocrate che impone il suo punto di vista al marito, agli amici e al popolo in generale, persone ignare dei veleni che introducono nel loro corpo. Bella tosta, lei, di quelle che probabilmente vorresti mandare a quel paese un minuto sì e l'altro pure, ma io vi giuro che un caffè insieme ce lo prenderei. Peccato che la tipa non lo beva, preferendo le tisane che a me fanno venire il mal di stomaco tanto quanto la caffeina. Sono curiosa di vedere che tipo di soluzioni troverebbe per una disastrata alimentare come me. Forse l'erba gatta. Magari l'erba pipa. Chissà. 
Se avete voglia di scoprire quanto la dittatura alimentare possa essere irritante/interessante, prendetelo. Fausto Brizzi racconta la sua disavventura calcando gli aspetti negativi di questa convivenza senza mai tralasciare l'amore che prova per la moglie e l'importanza di avere un'alimentazione sana. 

Penso spesso alla possibilità di diventare vegetariana ma... ora che conoscete come sono messa, ditemi: cosa diavolo mangerei? Ve lo chiedo con amore, ovviamente, malgrado la carica emozionale espressa. 
Ora, visto che ho fame e che preferirei non darmi alle carote, cercherò qualcosa di commestibile che non scateni strane reazioni. 

Con emmoso tormento,
M. 

19 commenti:

  1. Ho letto i due precedenti romanzi di Brizzi e mi sono piaciuti. A questo invece non ho ancora pensato.

    Pur non essendo intollerante a nulla, ho sofferto di disturbi alimentare in adolescenza, e per me ricominciare a mangiare tutto è stata una fatica enorme. è vero: diventi un alienato, anche se ciò dipende da una scelta, più o meno libera, che però causa un blocco psicologico, con conseguente rifiuto del cibo (il corpo stesso non lo accoglie). Quando hai un problema di salute. Un mio amico allergico al nichel: non solo non può mangiare quasi nulla che contenga questo elemento (praticamente è ovunque) ma deve cucinare solo in pentole di terracotta, ed evitare tutto ciò che è dentro le lattine, come il tonno, la birra... insomma, 'na vita di emme. :D

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    1. Emme che in questo caso non sta per Monica, ahahaha! :-D

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    2. Immaginavo! :D

      Mi sa che oltre al segno zodiacale condividiamo anche lo stesso passato...

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  2. Una mia cara amica è messa come te, è intollerante a tutte le solanacee (patate, pomodori, peperoni...), alle uova, alle proteine del latte e ad altro. Devo dire, però, che, se cucinare per lei è una sfida, ma, tutto sommato con qualche indicazione dietologica ce la si può fare...
    Quanto al libro ammetto che mi ispira poco. Non sono vegetariana, ma rispetto molto il vegetarianismo, mentre il veganesimo mi desta qualche perplessità, sarà che ho incontrato spesso degli intolleranti. A parte questo, ho sentito parlare del romanzo come di un "romanzo rosa al maschile" cosa che da un certo punti di vista ho trovato interessante, ma che lo pone fuori dal mio perimetro di interesse.

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    1. Non l'avrei definito un romanzo rosa. Quanto all'intolleranza... trasuda da tutte le parole, dai commenti e dagli atteggiamenti di lei. A leggerli si ride, a viverli, non so. :)

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  3. Puoi darmi la mano, cara Monica! Sono combinata grosso modo come te: io e il cibo ci guardiamo sempre con sospetto. Bandite dalla mia dieta creme e cremine per una colite con cui praticamente sono nata; niente bevande gassate, niente liquidi troppo caldi né liquidi troppo freddi; poche verdure, niente frutta estiva (la più buona, tra l'altro). Sì, il menefrego appartiene anche al mio vocabolario, qualche volta, ma quando sono fuori casa sono molto rigorosa per evitare brutte sorprese!
    (Dovrebbero inventare un water richiudibile da portare in borsa, ahaha!)
    Aggiungo che la carne non mi piace e la mangio per dovere, detesto l'odore dei pollami... La natura è stata clemente solo con una cosa che, non so come mai, non mi fa male: il cioccolato (rigorosamente amaro), ma non posso nutrirmi solo con questo!
    Allora, che ne dici? Ci sta un bel "mal comune mezzo gaudio"?

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    1. Oh. Oh oh. Marina. Perché?
      Meno male che almeno la cioccolata ti è permessa. Io litigo pure con quella. Povere, povere noi. <3

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  4. Io sono stra-fortunata. Amo il cibo, mangio di tutto e non ho né intolleranze né allergie. Tuttavia amo mangiare sano e, soprattutto, cercare di far mangiare sano i miei figli, anche se, per carità, qualche volta la schifezzina ci sta benissimo. Però nei limiti del possibile preferisco fare io la marmellata, le torte, le spremute, i gelati. Di roba confezionata ne entra proprio poca. Tra l'altro ho una cognata celiaca che ha aperto una pasticceria per celiaci e un'amica vegana che tiene corsi di cucina per vegani e, ultimamente, ha pubblicato un libro sull'argomento che ho letto con interesse. Anche se poi, no, a diventare vegana proprio non ce la faccio. Per cui credo che qualche alternativa ci sia, anche se capisco quanto sia dura sopravvivere a tante privazioni. :)

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    1. Sappi che ti sto invidiando un sacco... :)
      In effetti le alternative ci sono, hai ragione, ma bisogna saperci fare in cucina. E diciamo che non è il mio forte. :D

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  5. Adesso mi odierete ma io posso mangiare di tutto...però ho la tendenza a ingrassare e quindi per non lievitare come un palloncino spesso mi privo di tutto. In realtà tendo a mangiare poca carne perché non mi fa impazzire ma ogni tanto una bistecca me la concedo, soprattutto se sono in zona colline toscane. Il fatto è che siamo davvero quello che mangiamo e l'ho sperimentato, quando mangio meglio, cereali integrali, frutta e verdura possibilmente biologici non ingrasso e mi sento anche meglio, con maggiori energie. Ho anche pensato di diventare vegetariana ma non credo di riuscirci, già mangio poche cose per non ingrassare. Comunque cara Monica una mia amica ha un ristorante vegetariano tendente al vegano e ho sempre mangiato delle cose buonissime, credo che ci siano delle ricette buonissime, forse bisogna trovare le cose giuste da mangiare e magari concentrarsi su quelle, anche se ti capisco anch'io non sono forte in cucina :)

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    1. Il problema dei ristoranti vegetariani/vegani è che usano tanto glutine (basta pensare al seitan... l'ho mangiato due volte e l'orticaria ha dato il meglio di sé). La soluzione migliore sarebbe il crudismo, però dovrei eliminare un sacco di frutta e verdura e passare ore a dare forme interessanti al cibo.
      No Giulia, non credo che esista una soluzione per me :D

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  6. Come ti capisco!!

    Io quattro anni fa ho passato sei mesi a riso e patate, perché il mio corpo è andato in tilt e non voleva più nient'altro. Niente lattosio, glutine, o niente che avesse un sapore decente. Da allora è stata una guerra di trincea, per prove ed errori, per reinserire nella mia dieta un alimento alla volta. Gli ultimi ritrovati sono lo yogurt e l'avocado, che mi mancavano un sacco e che infatti adesso mi sbafo tutti i giorni. Purtroppo mi sono ancora nemici aglio, cipolle, peperoni, pomodori e le spezie, quindi andare a mangiare fuori è un'esperienza umiliante anziché una coccola. Non mi piace nemmeno cucinare ma devo sforzarmi di passare del tempo in cucina se non voglio vivere di gallette di riso.

    Ho provato tante diete, la paleolitica e la FODMAP sono le uniche due che un pochino hanno aiutato, sempre meglio che diventare vegani, che per me sarebbe una tortura perché, a scapito di tutto, AMO MAGNARE! :D

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    1. Oh Lisa, che disastro. Siamo dei catorci!
      Stamattina ho mangiato i biscotti, quelli buoni (mmm), e adesso mi prude tutto. Oh yeah. :D

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    2. Ne è valsa la pena! :D

      Io ieri al pub guardavo le patatine e le alette di pollo a centro tavola mentre brucavo un'insalatina verde... appena arrivata a casa mi sono pappata il gelato! :D

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    3. (Se si può chiamare gelato... diciamo ice cream, via, che è più credibile!)

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    4. Adesso ho voglia di gelato. *_*
      Possibilmente alla Nutella. *_*

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  7. Non sono intollerante a niente (di alimentare, almeno!), ma da un paio d'anni mangio simil-vegetariano-simil-vegano. Tradotto: non desidero usare prodotti animali per vari motivi etici e di salute, però non voglio mettere in croce il prossimo. Se mio marito fa una carbonara, la mangio, magari dicendogli di non farla spesso; se sono fuori casa, mi adatto. Certi atteggiamenti intolleranti mi infastidiscono abbastanza, da entrambe le parti. So che su un sito di cucina vegan il libro è stato recensito con sfavore, perché a loro dire propone i cliché classici sul vegano insopportabile senza aggiungere niente di nuovo. Non credo che lo leggerò, comunque. (Mi dispiace per la tua situazione alimentare! Deve essere parecchio fastidiosa, per usare un eufemismo.)

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    1. È vero, non aggiunge niente, lei è la classica vegana che odia l'umano carnivoro, però è carino. Soprattutto lui che cerca di fare di tutto per renderla felice. :)
      Mi piace il tuo stile alimentare Grazia, sarebbe anche il mio se solo avessi più libertà. Sigh.
      Grazie. :*

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