venerdì 4 marzo 2016

Il povero congiuntivo e altri strambi personaggi

Buooongiorno cari. 
Ho molto sonno. Voi avete molto sonno? 
Necessito di una bigoncia di caffè. Curiosa la parola bigoncia, no? 
Prendo spunto da questo interessante lemma - nella mia testa lo sto ripetendo troppe volte, tra poco perderà di significato - per introdurvi il tema di oggi: la grammatica. 


Il mio lavoro è un lavoro come un altro. Tra le altre cose non è che mi faccia proprio impazzire. Più o meno una volta a settimana mi maledico per aver preso questa strada. Lavorare a stretto contatto con la gente non è facile e tende a urticarmi - nel senso che mi fa venire l'orticaria. Anche il grano lo fa, ma dipende dalla mia intolleranza ed è molto più facile da gestire.
Tale irritazione, tuttavia, non significa che non sia grata per le conoscenze a cui sono arrivata praticandolo. Ho scoperto sfaccettature della lingua e delle grammatica italiana che mi hanno affascinata e che continuano a farlo ogni giorno. Adoro guardare la nostra lingua da una prospettiva diversa, rendermi conto che cose che per me sono naturali non lo sono per chi ci si approccia per la prima volta, o per chi la analizza o la scopre giorno dopo giorno sulla lavagna, su un libro, nelle conversazioni quotidiane, al supermercato. Insomma, questa parte è veramente bella.
Com'è chiaro, però, mi ha portato a diventare una mezza maniaca della grammatica. Sento sbagli da tutte le parti e non è affatto divertente. 
Faccio una premessa: produco errori anch'io. Quando scrivo, omettendo lettere o tralasciando accenti, quando parlo, preferendo l'indicativo al congiuntivo - dovrei dire mi dispiace che tu sia stanco ma mi sento ridicola e finisco per uscire con un mi dispiace che sei stanco - e in tanti altri casi che non ricordo o non noto. 
Nel mio ultimo libro ho fatto un errore nel definire una parola come avverbio invece che come sostantivo e appena mi è stato fatto notare l'ho corretto. Succede. Siamo umani. 
L'errore in sé non è un problema, visto che alle volte certe costruzioni ci sfuggono dalle labbra ancor prima di averle pensate e/o rilette. Non c'è niente di male.
Ma c'è qualcosa di sbagliato nei suddetti casi:
- i politici che ignorano completamente l'uso del congiuntivo
- i traduttori che ignorano completamente l'uso del congiuntivo 
- il mondo che ignora completamente il congiuntivo.
Io lo amo di un amore spassionato, questo simpatico modo, ed è faticoso quando viene bistrattato e sostituito dall'indicativo. Hanno due funzioni diverse ed è giusto che le abbiano. Perché dobbiamo condurli in perenne zuffa?
Però ci passo sopra. Guardo la tv, sento l'errore, stringo la bocca, D. mi guarda e ride, io scrollo la testa e andiamo avanti.
Nei libri, tuttavia, non riesco a passarci sopra, anche perché vengono visti e rivisti da più persone e mi sembra strano che nessuno se ne accorga. Com'è possibile che nessuno se ne accorga? Che nessuno lo dica? Un self è più che giustificato ma un editore? Mmm, non so.


Soprattutto in alcuni casi. Vi presento:
- come se. Va sempre, indiscutibilmente con il congiuntivo imperfetto. Imperfetto. IMPERFETTO. Si dice come se fossi ricco, non come se sia ricco, qualunque sia la consecutio temporum, salvo in quella al passato (come se fossi stato ricco). Ti prego mondo. Ti prego scrittore/studente/traduttore/giornalista/umano. Ti prego. Non puoi dire come se sia
- il periodo ipotetico. All'interno di un periodo ipotetico se non va mai, mai e poi mai relazionato al condizionale nella condizione ma solo nella conseguenza. Dunque, la frase è: se fossi stanca starei a casa, non se sarei stanca starei a casa. 
- i verbi modali. Dovere, potere e volere seguono il funzionamento del verbo che reggono. Se il verbo è di spostamento, e quindi va usato con essere, non può essere accompagnato dall'ausiliare avere solo perché in mezzo c'è dovere. Dunque si dirà sono dovuto andare perché normalmente si dice sono andato, e non ho dovuto andare, perché non si dice ho andato. Non si fa. Anche se sembra carino. Magari tra cento anni sarà normale ma per adesso non lo è, dunque scrittore/studente/traduttore/giornalista/umano, non lo scrivere. Per favore. 

Questi sono gli errori che trovo maggiormente nei libri che leggo. Il secondo solo nei self, il primo e il terzo anche nei pubblicati dalle Stellate, il che è davvero incredibile. Ero convinta che venissero riletti da un nutrito stuolo di gente. Forse succede quello che capita a tutti con la tesi di laurea: la sai a memoria, prevedi già cosa leggerai e non sei più in grado di vedere l'errore. Sì dai, deve essere così.

Ora ditemi, emmosi cari: quali errori vi capita di trovare più spesso? 

M. la maestrina scassa p<ll< 

Postilla: potrei aver detto una serie di cavolate, il che significa che da cinque anni insegno ciò all'umanità - risata malefica -.

15 commenti:

  1. Con la grammatica ho un pessimo rapporto, da sempre. Vado perciò a orecchio, a volte a tentoni, sempre a naso. Dal congiuntivo cerco di starne lontano, troppo complicato. Mi limito perciò a frasi brevi come quelle che ti scrivo ora.

    Per i libri stellati, o di autori famosi, come dici tu, riguardo al congiuntivo e ai verbi modali non so che dire. La questione è incerta. Forse a volte trovi qualcosa che per te è un errore ma per altri non lo è.

    Ti segnalo, visto che anche a te, come a me, interessano le questioni grammaticali questi due pareri meno severi dei tuoi su tempi modali e congiuntivo, che ti possono rendere più sopportabili certe frasi che leggi o senti in tv. :)

    https://dadovestoscrivendo.wordpress.com/2014/12/09/avrebbe-o-sarebbe-potuto-esistere/

    https://dadovestoscrivendo.wordpress.com/2015/01/06/congiuntivo-araba-fenice/

    Ciao

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    1. Ciao! ^_^
      Molto interessanti i link, grazie!
      Alcuni dei casi citati, tra cui il periodo ipotetico con l'imperfetto indicativo, sono già entrati nelle nuove grammatiche. :)
      La cosa bella delle lingue romanze è che si può fare un po' come ci pare, visto che tutto dipende da quello che il parlante “prova”. È così che risolvo i casi controversi. :D

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  2. Vorrei dire che combatto ogni giorno per la sopravvivenza del congiuntivo. La verità è che sto perdendo la guerra per evitare fù scritto così, con l'accento.
    Una prece per la grammatica.

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    1. Su qui e qua non ce lo mettono?
      Deve essere una bella impresa.

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  3. Ciao Monica, anch'io sono una delle poche sostenitrici del congiuntivo! Ovviamente ogni tanto qualche errore mi scappa, ma penso che sia soddisfacente saper padroneggiare una lingua in modo corretto, soprattutto se è quella della nazione in cui siamo nate e viviamo. Ogni volta che sento qualcuno fare uno sbaglio mi sembra di udire una nota stonata, ma ovviamente non dico nulla per non sembrare troppo saccente (ma mentalmente lo correggo ;-))

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    1. Anch'io ne faccio a ondate, di errori. Però nei libri mi piacerebbe evitarli. Speriamo di riuscirci. ;)

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  4. Io adoro il congiuntivo e vederlo così bistrattato mi spezza il cuore e anche l'orecchio quando ascolto certe frasi simili a quelle di cui fai l'esempio.
    Comunque a proposito di libri stellati nel libro "le luci nelle case degli altri" nella lettera che la protagonista morta lascia alla figlia c'è una sfilza di congiuntivi sbagliati. Per un momento sono rimasta basita, poi ho capito che era un errore voluto perché si trattava di qualcuno che non aveva grandi studi alle spalle. Almeno spero sia così...

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    1. Io penso sul serio che un giorno scomparirà. Ad altre lingue è successo ed è molto probabile che succeda anche alla nostra. Che peccato.

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    2. Facciamo una petizione all'Accademia della crusca per la difesa del congiuntivo almeno nei libri.
      Nella lettera della Gamberale erano errori voluti, confermo, sono andata a rileggerla :)

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  5. Quella dei congiuntivi per me è una battaglia persa. Io sono una fissata delle formule "penso che sia" "credo che si debba" ecc ecc. non mi piace affatto l'uso dell'indicativo in questi e in altri casi e invece i libri che leggo ne sono pieni.
    Per questo, quando ho letto "la strage dei congiuntivi" mi sono divertita un mondo! :)

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    1. È una cosa che capisco nella lingua parlata ma nei libri mi lascia un po' interdetta. Temo che SIA necessario farsene una ragione. ;)

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  6. Sono una lettrice frettolosa, cosa che mi mette almeno un po' al riparo dal notare errori e orrori. Il problema del congiuntivo, quello sì, lo sento. Sono nello stadio in cui mi urta l'orecchio non sentirlo usare e mi urta l'orecchio anche usarlo. In realtà dipende dalla frase. "Credo che è", per esempio, non mi viene proprio, né a voce, né per iscritto, ma ci sono casi in cui secondo me il congiuntivo sta iniziando a suonare vecchiotto. Mi adatterò, in qualche modo. :)

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    1. Sul “credo/penso che è” riesco anche a passar sopra, sul "benché è" un po' meno. Stona così tanto...
      Dovrò adattarmi anch’io, mi sa. :)

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  7. La mia grammatica ogni giorno cola nel dimenticatoio, goccia dopo goccia... insieme al resto della lingua italiana.

    Non parlandola da mesi faccio fatica a esprimermi quando mi telefonano le amiche e comincio a far fatica a anche a commentare i blog... povero congiuntivo, meglio che mi stia lontano!

    PS: che cos'è una bigoncia? :D

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    1. Un enorme secchio di legno. Immagina, bere un caffè da lì. :D

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