martedì 23 dicembre 2014

Canto di Natale

Natale è... una serata con gli amici intorno a un tavolo colorato, una coccola sul divano prima di chiudere gli occhi, un regalo sotto l'abero, un gatto che tenta di mangiarsi le decorazioni, un pandoro che non riesci a mandar giù perché arriva dopo altre quattro portate, un tè con le amiche rovesciato sul tavolo perché sei imbranata, un pranzo in famiglia, un bacio sotto la porta (perché il vischio non ce l'hai). Natale è questo e anche di più. Molto, molto di più.

Però Natale, per i lettori compulsivi, significa anche libri. Tanti, tanti, taaaanti libri.
Sono molti quelli che possono esser apprezzati sotto l'albero ma non credo di averne mai letto uno nel periodo giusto. Mi è capitato di farmi prestare testi natalizi - in effetti non credo di averne mai comprati molti - ma sempre nel periodo sbagliato. Marzo, luglio, ottobre. Quest'anno ho deciso di leggere, o forse rileggere, un grande classico di questo periodo: Canto di Natale, di Charles Dickens. L'ho avuto in casa fino a qualche mese fa poi tra un passaggio e l'altro è scomparso e ho deciso di ricomprarlo. La versione che ho preso mi piace moltissimo, quindi alla fine sono anche contenta dell'imprevisto che lo ha inglobato.

Nella gelida notte della vigilia di Natale il vecchio Scrooge, che ha passato tutta la sua vita ad accumulare denaro, riceve la visita terrificante del fantasma del suo socio. Ma è solo l'inizio: ben presto appariranno altri tre spiriti, per trasportarlo in un vorticoso viaggio attraverso il Natale passato, presente e futuro. Un viaggio che metterà Scrooge di fronte a quello che è realmente diventato: un vecchio tirchio, insensibile e odiato da tutti, che ama solo la compagnia della sua cassaforte. Riuscirà la magia del Natale a operare un miracolo sul suo cuore inaridito?
Il viaggio di Scrooge è il viaggio che in un certo modo il libro fa fare a tutti dentro noi stessi. Sia per ciò che significa Natale, anche se non per per tutti è lo uguale, sia per l'idea di non "sprecare" il tempo.
L'anno scorso credo di essermi dimenticata di questa cosa. Non è che me ne sia veramente dimenticata, è che ero in una bolla dai contorni grigiastri che mi impediva di vedere tutti i colori e quando non vedi i colori, quando ti senti chiuso dentro il grigio o peggio, il nero, ti dimentichi che ci sono cose più importanti di altre. A volte quelle meno sembrano le uniche a contare e ti dimentichi il resto. Quest'anno la bolla è trasparente e i colori li ho tutti davanti, o quasi. Quest'anno credo di riuscire a vedere il Natale se non con gli occhi di un bambino, con quelli di Scrooge, quelli che ha alla fine del libro. 
Scrooge, così impegnato a pensare ai soldi e al lavoro, così preso dall'allontanare le persone e dal chiudersi a riccio in se stesso, così cieco e sordo all'amore che le persone sono in grado di dare anche in un mondo che non funziona come vorremmo, apre gli occhi. I suoi fantasmi aprono gli occhi a lui e lui li apre a noi. Perché da personaggio freddo, difficile, e solo si trasforma in un uomo che ha voglia di vivere e condividere il Natale con le persone che ama e di guardare la società di cui fa parte con gli occhi di cui vi parlavo. Occhi che vedono le difficoltà ma che preferiscono guardare la vita. 

A questo punto non mi rimane che dire: 
Buon Natale a tutti, emmelettori e non! ^_^
 
M.

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