Penso seriamente che in me alberghino numerose personalità. Non che sia sbagliato, no. No. Credo. Spero. Solo che mi piacerebbe essere un pochino più linerare. Sottoponendo alla mia attenta attenzione (la ripetizione è attentamente voluta) questo fatto sono riuscita a restringere tali personalità a due, quelle preponderanti, che, lasciatemelo dire, sono completamente diverse l'una dall'altra. Da una parte c'è la M. solare, aperta e sorridente che viene fuori nel microcosmo che le è consueto, dall'altra c'è quella timida e imbarazzata che diventa rossa se le cade una bustina di zucchero. Entrambe, purtroppo, richiedono la stessa attenzione ed emergono come più gli piace e quando più gli piace. La seconda M., mio malgrado, è quella che si muove nel web, quella che fissa la pagina piena di parole che vorrebbe inviare a qualcuno e che invece cancella dopo qualche secondo perché si vergogna. Che gioia. . . (i punti non sono un errore ma il tentativo di dimostrare il mio disappunto) . . .
Mentre la prima sembra quasi sicura di sé ed è simpatica, chiacchierina (non ona, eh!) e buffa, la seconda sembra una ragazzina di dodici anni che si infila continuamente in ambienti che non sono i suoi e che viene costretta da qualcuno (ma poi, da chi?) a comunicare con il mondo contro la sua volontà.
Secondo me prima non ero così. Prima ero moooolto più tranquilla. Sono sempre diventata rossa ma non come adesso. Ora lo divento per delle banalità.
Qualche giorno fa, per esempio, ho incontrato un mio vecchio compagno di classe che mi ha salutato e che mi ha chiesto "che fai?". Io ho percepito ogni secondo del mio rossore, a cominciare dalla sensazione di calore che dal mento è salita fino alla fronte. Mi rendo conto che è assurdo ma è anche vero che... che domanda è? Insomma, cosa vuoi sapere? Cosa faccio nella vita? Cosa faccio adesso? Cosa faccio nel preciso istante in cui me lo chiedi? Cosa faccio per diventare rossa? Cosa faccio per essere così ridicola? Perdindirindina, sii più specifico, no?
Non ho fatto nessuna di queste domande, chiaramente. Non ho proprio detto niente. Ho farfugliato qualcosa a proposito del fatto che ero appena uscita dal lavoro, ho aspettato che il mio rosa maialino riprendesse il sopravvento sul rosso peperone e l'ho salutato andando via e chiedendomi, un po' come Dafne, che problema avessi.
Sospetto che la risposta sia: timidezza. Per un tipo solare e aperto come me non ha alcun senso essere timida. Aperto e timido di solito sono uno il contrario dell'altro, non sinonimi. Non caratteristiche affini. In me invece riescono a contendersi il primato, affiorando nei momenti che ritengono più opportuni. Per fortuna la M. aperta e solare vince. E stravince. Yuuhuu!
Tutto questo preambolo spiega perché sono così impedita nei rapporti interpersonali che non mi sono consueti ma spiega anche il mio interesse verso le più disparate tipologie di libri. Nell'ultima settimana ho comprato testi che non hanno assolutamente niente a che fare l'uno con l'altro e cioè:
- The giver, La rivincita, Il Messaggero e il Figlio di Lois Lowry;
- Avevano spento anche la luna di Ruta Sepetys;
- So che ci sei di Elisa Gioia.
Per il momento ho letto The giver e ho iniziato La rivincita ma vorrei che la giornata fosse fatta di 48 ore per poterli finire tutti in un giorno. Ve lo assicuro. M.
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