Non so esattamente quando ho iniziato a lavorarci su. L'idea c'era da un po' e ha occupato lo spazio di un altro libro che stavo scrivendo [e che non mi faceva impazzire]. La protagonista passava dall'essere una normalissima ragazza a un topino da biblioteca per poi sbocciare come nomade digitale hippy.
La chiave è stata quella: nomade + digitale + hippy.
Da lì, la trama si è impossessata di ogni secondo libero della mia testa e ha preteso di essere scritta.
Un van per due è nato in due settimane, poi si è preso giornate intere di ricerche, caratterizzazioni, produzione e scrittura. Pura. Essenziale.