lunedì 18 gennaio 2021

Non lo so

Se scrivere fosse facile, lo faremmo tutti. 
Se pubblicare fosse facile, lo faremmo tutti.

Qualcuno potrebbe replicare che in effetti tutti, oggi, scrivono e pubblicano, e in parte è vero. Ma alla fine ce la fa chi, in qualche modo, trova la strada. Sarebbe bello dire che succede per bravura, perché la persona che scrive lo fa in modo perfetto ed entra nel petto e nella testa di chi legge senza se e senza ma, tuttavia sappiamo che non sempre è così.

A volte si arriva per fortuna.
A volte si arriva per un colpo di genio che rende ciò che pubblichiamo irresistibile, anche se non davvero piacente.
A volte si arriva perché siamo qualcuno, ci siamo fatti un nome e anche se pubblichiamo senza essere, di partenza, scrittori, arriviamo a diventarlo grazie a chi siamo.

Non sta a me dire cosa è giusto e cosa è sbagliato, ma posso riconoscere, in quanto autrice che fa fatica a definirsi scrittrice anche se si è messa in testa di farlo perché questo fa, scrive, che a volte pesa. 

Pesa che qualunque cosa tu faccia o dica sei sempre lì, che nonostante l'impegno e le scelte e la voglia di crescere e andare oltre, sei sempre lì.

Premessa: io sempre lì ci sto bene. Mi piace essere dove sono, essere letta da chi mi legge, essere presente in modo leggiadro e leggero e lasciare il segno in chi sceglie ciò che scrivo. Da sempre lì non mi muoverei mai. Ma un passettino in più, quel passettino in più, quello che ti permette di andare oltre e di vedere cosa succede andandoci, mi piacerebbe. 

Di fondo, lo status quo in cui mi trovo mi piace. Comodo ed efficace, mi mantiene con la voglia di scrivere e il bisogno di farlo.
Ma a volte, qualche giorno, quando i raggi del sole battono nel modo giusto e un messaggio come un altro ti fa riconoscere che potresti ottenere di più, i pensieri scivolano così.

Con il file di Word aperto, perché il lavoro sull'ultimo romanzo è lì, e la domanda costante che più o meno suona così: cosa potrei provare a fare?

Non credo di avere la risposta, e non era questo l'intento del post di oggi.
A dirla tutta (sia messo agli atti che questa espressione mi piace da impazzire), non so qual è l'intento di questo post. Forse sfogarmi, mettere su uno spazio permanente un pensiero prima che mi sfugga. O forse, semplicemente, la necessità di una pausa da una storia che mi piace e che non mi dà respiro.
Ma anche: alzare, con delicatezza, il dito medio contro tutti quelli che i miei libri li piratano e mi fanno incazzare. Con delicatezza, si intende. Perché se li pirati, senza offesa, sei un po' uno stronzo, visto che costano quanto due caffè.
Ma insomma. Insomma. 

Non lo so. Se siete finiti qui a leggere, mi piacerebbe sapere cosa ne pensate.
Vi aspetto nei commenti,
M. 

4 commenti:

  1. A Dirla tutta piace parecchio pure a me.
    Provo a dirti come la penso.
    Hai il tuo pubblico, hai fatto delle scelte precise per cui alcune cose le pubblichi con un editore valido con il quale stai bene, altre in self. Lo sconforto è fisiologico, quando mi resi conto che avevano piratato i miei tioli usciti con goWare ero nera, capisco lo sconforto, davvero. Così come il fatto che sì insomma quel passettino in più non sarebbe affatto male. Hai fatto bene a scrivere questo post, proprio anche per te, per rileggerti quando questa fase sarà passata, domani, tra un mese. E' come un'onda, arriva e si ritira, però lascia sempre qualcosa sulla riva, sta a te fare che siano conchiglie e non bottiglie di plastica.

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    1. Avevo bisogno di un piccolo sfogo, grazie Sandra! ^_^

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  2. Sai Monica, credo che chi pirata i libri non sia neanche un vero lettore, ho scoperto tempo fa che una mia collega scarica gratis un sacco di libri (ma non sa che scrivo), io ho fatto finta di niente ma quando le ho chiesto se avesse letto quel tal libro che mi aveva detto avesse scaricato, mi ha risposto che alla fine riesce a leggerne solo una piccola parte...questo mi ha fatto riflettere. Ci sarà sempre qualcuno che troverà il modo di pitatare un libro, pazienza.
    C'è molta gente che pensa che scrivere sia facile, che ci vuole? Ti metti lì e scrivi, non immagina quanta fatica c'è dietro.

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    1. Una passeggiata, poco più impegnativo che preparare un caffè, no? ;)

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