venerdì 7 agosto 2015

Sotto il sole della Toscana



È come se tu fossi ospite di te stesso. Questo è il modo in cui deve intendersi l'estate.
Frances Mayes


Parlandovi di Sotto il sole del Mediterraneo (qui) mi è tornata voglia di leggere Sotto il sole della Toscana e di tormentarvi con i miei bizzarri punti di vista. Pronti?

L'odore dell'erba appena tagliata. Della cipolla fresca fatta a pezzettini. Dei profumi che uscendo dai negozi si inerpicano sui vicoletti... Se chiudo gli occhi e penso alla Toscana mi arrivano una serie di aromi che annebbiano le strade, i panorami, le vette delle colline.
Estate e Toscana sono due cose che insieme stanno bene. Anche Estate e Sicilia non sono da meno, per non parlare di Estate e Puglia. Però estate e Toscana mi si sono appiccicate addosso quando ero una giovane fanciulla dalle ginocchia sbucciate per le corse in bicicletta e dalle mani rovinate a causa degli scippi di ciliegie e pannocchie - ma poi... perché le pannocchie? - e me le porto addosso da allora. 
Il sapore della Panzanella. Il giallo oro del fieno. Le dolci e morbide colline a volte scarne a volte così piene di alberi. I Cantucci con il Vinsanto. La C pronunciata nei modi più strani.
Capirete che... leggere un libro come Sotto il sole della Toscana, per una toscana DOC come me, è un'avventura tutt'altro che banale. La definirei un viaggio tra il piacere di trovare ciò che è reale e la nevrosi nel sentirmi e sentirci classificati come dei trogloditi che hanno appena scoperto l'uso del fuoco.


Ma andiamo, come sempre, per ordine. Avevo già letto questo libro diverso tempo fa ma, complice la fanciullezza e la mancanza di relazione con gli stranieri, l'ho trovato semplicemente piacevole. Il film, al contrario, non mi era piaciuto troppo; mi pareva che avesse poco o niente a che fare con ciò che veniva raccontato dall'american teacher che si è comprata questa spettacolare dimora e che l'ha ristrutturata. Tra disavventure e avventure ci racconta di come sia riuscita a far tornare al suo antico splendore la villa che ha scelto come casa estiva, di ciò che ha visto muovendosi da un luogo all'altro, di come si sia relazionata alla gente del luogo. Nel film tutto questo viene rigirato per far funzionare una mezza storia d'amore che ovviamente tocca anche Napoli e la pizza, se non mi inganno, giusto per infilarci tutti gli stereotipi italiani. E, perché no?, hanno anche incastonato una fontana in una delle splendide piazze di Cortona, e in pochi sono riusciti a capirne il motivo.
Ma il libro è piacevole. Molto piacevole. Decisamente piacevole. Ed è per questo che ve ne parlo.
Ma è anche un po' irritante. Un pochino. Giuro, solo un pochino.
Le belle foto che vedete sono tutte mie - oh, oh, oh! - e le ho fatte proprio mentre leggevo il libro. Quale miglior lettura di Sotto il sole della Toscana per un fine settimana lontano da casa ma pur sempre trascorso nella nostra divina regione? Dato che la Valdichiana e Cortona sono luoghi ben conosciuti - per motivi di lavoro, di famiglia, di amicizia - ho scelto di ritrarre le meraviglie del poco decantato Monte Amiata e della famosissima Val d'Orcia. D'altronde non è mica il paesaggio più fotografato al mondo! 
Ah. 

Insomma, tra giardini, profumi inebrianti, paesini poco visitati che meriterebbero di esserlo molto di più, mi sono bevuta questo libro. Più di una volta mi sono dovuta fermare e ho dovuto leggere a D. ciò che l'autrice raccontava per capire se le turbe che mi causava avevano ragione di essere oppure no.
In breve: per gli americani, e non solo, noi italiani siamo, e saremo sempre, dei cavernicoli.
L'anno di pubblicazione (1996) per fortuna giustifica un po' delle cose che le accadono. Gente con poca, ma che dico!, pochissima voglia di lavorare  - d'altronde noi italiani siamo quelli della dolce vita, no? - persone che dicono una cosa e ne fanno un'altra, esseri umani che non hanno niente da fare a parte passeggiare e cercare di fregare il prossimo. Yuppidu. Viva noi.
Ora, nonostante l'irritazione, in certi casi non posso darle torto. L'efficienza che caratterizza il suo popolo non ha niente a che fare con la nostra. La praticità. La velocità della burocrazia. Ma ciò non significa che siamo dei completi disadattati. Siamo diversi. Abbiamo tempi diversi e modi di vivere diversi. Ma non per questo sbattiamo la clava contro il muro per comunicare gli uni con gli altri. 

Il libro mi è piaciuto, ancora una volta. Nutro la speranza che se lo scrivesse adesso, nel 2015, il suo punto di vista sarebbe diverso e vedrebbe gli italiani che ci sono oggi. Quelli che la mattina prendono e partono, in macchina o in treno, per andare a lavorare perché la famosa dolce vita se la è mangiata tutta la crisi, e forse se la era mangiata qualcun altro prima. Non vedrebbe solo i "privilegiati" che aprono il negozio alle 17.00. 
Tuttavia, ci tengo a dirvi che non è di questo che parla il libro, ma di...
Una scrittrice americana compra e ristruttura un casale nella campagna toscana, presso Cortona, e lì inizia a trascorrere le estati. Il paesaggio è incantevole, il clima dolcissimo, il cibo delizioso. E dagli incanti di una vita ideale, scandita dai riti della campagna, nasce il libro di memorie, che ha appassionato l'America per la bellezza dell'ambiente, ma anche per la qualità della scrittura che lo descrive, evocativa, intensa, capace di trasmettere con evidenza quasi tangibile il piacere della vita tra i colori, i profumi, i sapori, le ricette di cucina raccolte e proposte dall'autrice, di un'Italia da scoprire o da riscoprire.

Comprare una casa in un paese nuovo di cui non si conosce la lingua, assaggiarne i sapori, assuefarsi a uno stile di vita diverso, descrivere filo e per segno i piatti e le sensazioni provate. Questo è quello di cui parla veramente.
Certo, vorrei che ne scrivesse un altro, che raccontasse quello che vede adesso, i meravigliosi colori che invadono le nostre valli, i girasoli che piegano la testa quando la loro ragione di vita tramonta, i giovani che ridono e bevono Estathè alle sei del pomeriggio. In verità è quello che fa, solo che lo fa descrivendo la Toscana di vent'anni fa, quella in cui io non potevo ancora entrare se non attraverso una bicicletta e lo scettro lunare di Sailor Moon (per la cronaca, io ero Sailor Jupiter).
La cosa che più di tutte mi ha stregata, come sempre mi succede quando la leggo, è il suo modo di scrivere. Alle volte penso che se mi dicesse che noi toscani puzziamo di stalla e mangiamo sigari a colazione, le crederei... 

Buone vacanze, emmosissimi emmosi. 

M. 

9 commenti:

  1. Cortona è uno dei posti che più amo al mondo, l'ho visitata in ogn stagione, mi manca l'autunno inoltrato, quando ci andammo in settembre ancora si cenava all'aperto, capodanno stupendo, estate, inizio di primavera (con nebbia su S. Margherita). Tu dici Cortona e a me parte una malinconia stratosferica. Sono legata a momenti particolari e forti nella storia con mio marito. Cortona è in assoluto il posto che meglio ci rappresenta, ce ne sono anche un paio d'altri, tre, ma Cortona è Cortona, per noi non si discute. Grazie per questo post.

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    1. Cortona è Cortona. Devi tornare, no? :)
      Grazie a te Sandra. Felicissima di averti trasmesso qualcosa.

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    2. Sì, prima della fine dell'anno si torna di sicuro, comunque ci siamo stati esattamente ai primi di luglio, giusto per pranzo e due passi, caldissimo, quando eravamo in vacanza a Passignano. Sandra

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  2. A) foto bellissime!
    B) ho visto il film ma non ho letto il libro!
    C) saremo anche sfaccendati e lenti nella visione americana dell'autrice, ma gli odori, i colori e i sapori dell'Italia... quelli se li sogna la giovane signora! (Infatti, poi, ne scrive! Ah! Ah!)

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    1. A) Graaaazie!!!
      B) Ho visto il film un sacco di tempo. Non ricordo molto, tranne che mi chiesi cosa c'entrasse con il libro.
      C) Evvai! Tiè! :p

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  3. Cara M. quanto mi è piaciuto questo tuo post!
    Mi ritrovo moltissimo nelle tue considerazioni.
    Primo: la Toscana io l'adoro, sarà che ogni occasione è buona per fare dei giri in moto lungo le sue fantastiche colline (la vicinanza con Bologna aiuta assai), adoro le colline, il vino toscano, Brunello e affini e la Fiorentina e i formaggi e i toscani con la loro C particolare, i miei amici di Firenze sanno quanto amo sentirli parlare ecc .. Devo solo colmare il tap e visitare Arezzo e Cortona ( ci sto lavorando...)
    Secondo:

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  4. Secondo: (scusa scherzetto solito dell'ipad) gli americani non sono poi tutta questa efficienza, sai! Sì ok sulla burocrazia noi siamo terribili, però l'Italia ha talmente tante qualità che molti americani se le sognano. Arte, cultura e cibo e meraviglie della natura. Sulla natura l'America non scherza, ma sul resto credo che primeggiamo sicuramente, altrimenti ivece che i casolari sulle colline toscane avrebbero comprato un ranch in America.
    Terzo: bellissime foto! A proposito peccato che non ci sia l'ebook del libro, altrimenti l'avrei già comprato...vedrò di procurarmi il libro di carta (a meno che non voglia leggerlo in inglese...) ;-)

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  5. Ho dimenticato la cosa più importante sugli italiani! Ma quale dolce vita e inefficienza, la maggior parte degli italiani è composta da gente che si fa un discreto sedere ogni giorno e porta avanti la baracca con impegno, competenza e professionalità. Ogni giorno si sveglia all'alba e lavora duramente fino a sera. Credimi in certe situazioni gli italiani hanno sempre dimostrato di avere una marcia in più anche nella crisi e nelle difficoltà.

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    1. Contenta che il post e le foto ti siano piaciute. Le app di fotoritocco fanno grandi cose. ;)
      Colma il gap!

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