martedì 9 settembre 2014

Le stelline

Ad un certo punto della vita di uno scrittore... Scrittore? Chi? Di chi parli? Mica sarai tu?!
Meglio ricominciare. Ad un certo punto della vita di uno che scrive e si autopubblica (meglio, molto meglio!) arriva l'Amazonmania. In cosa consiste? Semplice: controllare svariate volte in che posizione si trova il libro e quante recensioni ci sono. Alle recensioni sono connesse, ovviamente, le stelline e quindi il giudizio. Da qui...

Da quando siamo piccoli siamo sottoposti ad un giudizio. Bene!, bravo!, bravissimo!, nei primi anni delle elementari. Poi si passa ai voti: 3, 4 e mezzo (chi a scuola ha fatto greco o latino come me, ne avrà presi sicuramente), 5, e perché non 5/6 (cosa vorrà dire poi, lo sanno solo loro!). 6, 7, 8. 9? Da noi pochisimo. Infine approdi all'università. 18, 24, 27, 28, 29 (ma dai, davvero? 29? Bah!), 30. 30 e lode? Mitico. 
Per molti anni finisci per essere un numero. Non tu, certo, ma il lavoro che tu hai prodotto. I tuoi compiti, le tue interrogazioni, la terza prova, l'esame, la discussione delle tesi (perché ovviamente adesso ne devi discutere due, addirittura!). Poi ad un certo punto, le cose cambiano.
Ma non per me. Perché se dopo gli anni della scuola/università avrei dovuto smettere di essere valutata, me ne invento due che mi rimettono in carreggiata. Scelgo un lavoro in cui gli "utenti", chiamiamoli così, alla fine del servizio ricevuto esprimono un'opinione (oh santa madre, che lavoro sembra che faccia da questa descrizione???) e pubblico un libro che viene recensito e al quale vengono date delle stelline/cuoricini/palloncini/piedini/librini e tanto altro. Tutte cose che una sdolcinata come me (mi rendo conto che continuo a dimostrare poco quanto sia appiccicosa) adora, se fossero cinque, o quattro. E se fossero due? E se fosse una? Santissimo il cielo, una??? Va bene, lo ammetto, sono terrorizzata dal potermi ritrovare con una stellina (come è già successo, umpf!)/cuoricino/palloncino/piedino/librino. Certo, si sa che ognuno ha un suo punto di vista, si sa che non tutti possono apprezzare ciò che fai, ma questo non toglie che il giudizio sia una cosa che un pochino... pesa. Se è negativo, chiaramente. Se è positivo è solo un altro valido motivo per saltellare da una parte all'altra della casa. ^_^
Sto cercando di dire che è sempre difficile accettare che ciò che fai diventi una x/numero/stella perché comunque vada tu ci hai messo del tuo, e dentro c'è una piccola parte di te. In fondo, quando ti ritrovi una stellina è come se anche un pezzo di te meritasse una stellina, ed è triste. 
Forse è per questo che anche con gli "utenti" del mio lavoro non riesco a produrre un giudizio (oddio, continua a sembrare qualcosa di strano!) e probabilmente è sempre questo il motivo per cui non riesco a fare delle recensioni (in questo caso parlo di libri). Anche se qualcosa non mi piace non posso proprio mettere una stellina sola perché dietro il libro che non mi piace, o dietro "l'utente" che non lavora bene, c'è una persona, e mi dispiace dargli un solo simboletto. Finirei per dare 5 stelline anche ai libri che non mi piacciono. Così, dopo ponderate riflessioni davanti al mio nuovissimo, scintillantissimo e meravigliosissimo (se volete aggiungere un superlativo, fate pure!) ebook reader, ho deciso che farò recensioni solo per quelli che mi piacciono, sempre che riesca a mettere tre parole in fila perché sembra che tutta questa montagna di lettere che caccio fuori quando scrivo normalmente scompaia di fronte alla formulazione di un giudizio. Mah...

Bene, questo post non serve assolutamente a niente. Non che gli altri abbiano un qualche tipo di utilità, sia chiaro. Sono consapevole del fatto che il mio blog al momento è solo un calderone dove finiscono tutte le parole e le idee che non so dove mettere (a parte nelle lunghe e meravigliose chiacchierate con D., S., e Sab.). Quanto a significato, comunque, questo post li batte tutti. 
Sarà meglio che vada a fare la lavatrice, eh? :)

M.


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