martedì 22 settembre 2020

La dura vita dello scrittore

Scrivere non è facile.

Non tanto lo scrivere in sé, che per un autore dovrebbe essere naturale quanto lavarsi i denti o soffiarsi il naso, ma tutto ciò che gli ruota intorno.

Pensare una trama, drappeggiare i personaggi, scegliere lo stile adatto a quel libro, i punti di vista e il tipo di narrazione. Sono tra le prime difficoltà che si incontrano durante, prima e dopo la stesura di un romanzo.

Eppure, queste sono le cose che preferisco. Mi fanno dannare, alle volte, e ci sono storie che inizio a scrivere e che abbandono perché la costruzione che ho pensato si rivela complicatissima e in quel determinato momento non ne ho voglia. Però le adoro. 

No, in effetti le difficoltà non sono queste. O non sono solo queste. O non lo sono per me.

La difficoltà vera, quella che mi fa mettere le mani nei capelli, è cosa farne dopo, di quel libro.

Come autrice indipendente, sono sempre sul punto di fare da sola. Nessun intermediario, niente agenti letterari (nonostante ci pensi da tempo) e niente editori.
Pago chi di mestiere può fare ciò che non posso fare io, assicurandomi che siano professionisti e non fanfaroni, e progetto tutto da sola.

Ma essendo un'anima attratta dall'editoria semi-convenzionale, l'idea di contattare un editore è sempre lì, pronta a farmi scattare, domandare, ricercare e mettere alla prova.

Ho scartato un paio di case editrici, nei mesi passati, che si sono interessate a me. E non l'ho fatto per manie di grandezza o per ipotetici progetti di conquista, ma perché dopo due anni e tre romanzi con una casa editrice avevo bisogno di respirare di nuovo con la mia bocca, senza che altre soffiassero nella stessa direzione.

Avevo bisogno di ricordare cosa si provasse, quando fosse adrenalinico, se fosse diverso. Perché, in effetti, l'ultimo romanzo che ho pubblicato come autrice indipendente risale al 2017. Quattro anni fa. 

Il resto sono state ripubblicazioni, in self o con case editrici, di romanzi già usciti.

Quattro anni sono tanti. In quattro anni il mondo dell'editoria fa in tempo a cambiare, oscillare, prendere spazi e chiudere porte, dare respiri e togliere affitti. 
Quattro anni sono tanti, e avevo davvero, davvero bisogno di capire quanto e come, se facesse ancora per me, se volessi continuare la strada da indipendente o se mi fossi acclimatata alla perfezione nella casa calda e accogliente di un editore.

E ho fatto la prova.
I risultati? 

Potrò parlarvene prossimamente, perché a tre settimane dall'uscita di Per un bacio e molto più non sono ancora in grado di fare previsioni o darmi risposte. Nessuno dei miei romanzi, eccetto Innamorarsi ai tempi della crisi, uscito in tempi completamente diversi (quando a pubblicare in self eravamo in 4, vendevamo a 0,99 perché gli autori senza case editrici erano ritenuti scriventi senza arte né parte e pregavamo che qualcuno ci considerasse) è stato nella top 100 dei romanzi rosa su Amazon per più di cinque giorni. Le cose sono cambiate moltissimo, e il mio scopo non è (più) quello. In questi sei anni di libri e pubblicazioni ho capito che per quanto mi riguarda, l'obiettivo è un altro.

Se l'ho raggiunto o meno, lo comprenderò nel giro di un paio di mesi. 
Nel frattempo penso. Al prossimo romanzo, ai prossimi progetti, al cartaceo, ai no che ho detto (e per cui qualcuno mi sa che se la è presa, sigh), a quanto sia dura la vita dello scrittore. 

Scrivi, poi scrivi, poi scrivi. Prima pensi, progetti, ti informi, documenti, fai esperienza. Poi pubblichi, fai book marketing, organizzi eventi, ne organizzi ancora.
E stai a guardare.
Nella speranza che chi legge si innamori di ciò che scrivi. E il tuo cuore possa sussultare di nuovo per prepararsi alla prossima storia.

Voi come la vedete?
In base a cosa comprate libri? Autori che conoscete, genere, sconti?
Fatemelo sapere, mi raccomando!

Monica 

8 commenti:

  1. Interessantissimo questo post e mi ci ritrovo moltissimo nelle tue parole.
    Penso che dipenda sempre dalla Ce, io ne ho provate tante (una fresca fresca e un'altra che sarà) ma non tutte mi hanno dato quello che volevo ecco perchè eccezioni a parte (Annarita) me ne torno in self dove mi sento più me stessa. Ho provato, ho cambiato ma alla fine sono tornata indietro capendo che quella strada che mi ostinavo a percorrere non era quello che dovevo fare, pensavo di trovare altro e invece non è successo. Penso sia il modo che l'autore si vede in futuro a modificare il modo di vedere le cose ed ecco perché credo che i tuoi no siano giusti se te la sentivi e che devi fare sempre ciò che senti non quello che pensi di sentire.

    Spero di essermi spiegata bene e scusa per il lungo sproloquio

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    1. Sei stata chiarissima e ho adorato questo tuo "sproloquio" che sproloquio non era, perché il discorso fila liscio. Le case editrici che ti fanno sentire davvero a casa non sono molte, Genesis è un caso raro, e ributtarsi senza pensare è difficilissimo. Ma intanto: in bocca al lupo cara! <3

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  2. Bellissimo articolo. Un’analisi completa e veritiera. Quello che viene dopo la stesura è la parte più complicata. Dal canto mio spero che il tuo nuovo libro sarà un successo. La mia wishlist preme per leggerlo ❤️

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  3. Come sarebbe bello scrivere e poi dimenticarsene per potersi dedicare a scrivere ancora!
    Io vorrei un clone che mi fa l'editing, si tiene al passo con l'editoria e mi trova una casa editrice poi mi promuove! :D
    Tu Monica stai facendo un ottimo lavoro nel presentare i tuoi romanzi e la tua persona. Se penso che all'inizio non sapevamo nemmeno il tuo nome! :D Grandi passi avanti.

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    1. Verissimo, Lisa! ^_^
      Di certo, oggi un autore, che sia indipendente o edito da piccole e grandi realtà, deve essere davvero multitasking! ;)

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  4. Dopo aver provato una piccola casa editrice (da cui sto ancora aspettando il saldo degli ultimi diritti di autore) penso sia meglio il self a meno che non riesca a fare un contratto con una grande casa editrice, cosa abbastanza difficile da realizzare, ma mai dire mai. Ho scritto un romanzo tempo fa che ho proposto a una grande casa editrice, ma sto aspettando una risposta. In caso non vada in porto me lo pubblicherò da sola. Tra l'altro, negli ultimi tempi, il self mi sta dando tante piccole soddisfazioni che non mi aspettavo.

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  5. Il tuo ragionamento non fa una piega, Giulia! Lavorare con gli editori non sempre è conveniente, da molti punti di vista, e spesso faticoso. Il lavoro non è tutto a carico dell'autore, vero, ma ci vuole comunque tanto impegno e non sempre ne vale la pena.
    Nel frattempo, in bocca al lupo per il romanzo! *_*

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