lunedì 25 maggio 2015

L'intolleranza letteraria

Cari, splendidi e illuminati emmelettori.
Venerdì. Venerdì? Mmm... venerdì.
Facciamo così: il venerdì è il giorno ufficiale in cui pubblico, però posso postare roba anche negli altri giorni... andando un po' a caso. Eh, eh? Che dite? 

Diversi mesi fa, presa da un impeto di nervosismo che non sapevo come sfogare, ho scritto un post sull'intolleranza letteraria che non mi sono mai decisa a pubblicare. A suo modo era eccessivo e fastidioso, caratteristiche che non gradisco affatto. Ciò che conteneva, però, aveva spunti di riflessione interessanti e opinioni che mi appartengono sempre e comunque, quindi ho scelto di riportarvelo tale e quale a come l'ho scritto. 

L'intolleranza letteraria non mi piace. 
Leggi romanzi rosa? Perdindirindina, hai smesso di andare a scuola in quinta elementare? 
No, io questi libri, di così poco spessore, proprio non li leggo. Mi nutro di Premio Strega, non di sottigliezze di questo genere!
Fantascienza distopica? Santa madre, come puoi chiamarla fantascienza distopica dopo aver letto 1984 e Fahrenheit 451? Dai, sii sincero, non li hai mai letti!
Twilight un libro di vampiri? Ti sei mai trovato tra le mani Carmilla?

Vi è mai capitato di parlare con persone che hanno questo punto di vista sul mondo letterario? A me per fortuna non troppo, ma da quando ho un blog, da quando scrivo ebook sono incappata in discorsi che mi fanno arricciare il naso. A partire dalle recensioni su Amazon, recensioni scritte per romanzi rosa che già dalla copertina urlano "sono simpatico, leggero, divertente! Non comprarmi se vuoi una storia in stile Il dolore perfetto", il cui commento assomiglia a questo: Sì, carino, leggerino, ma niente di che. Storielline per adolescenti. Poca trama. Sempre le stesse caratteristiche. Romanzetto senza pretese.
Dai, vuoi farmi credere che non lo sapevi? Che lo hai comprato ignaro/a di ciò che ci avresti trovato dentro? Non se la beve nessuno. La domanda è: perché hai sentito il bisogno di scriverlo? Se leggo un romanzo storico, ed è pieno di storia, se a ogni pagina mi racconta i movimenti di un battaglione, se nomina re e regine, se inserisce dinastie che non conosco, non mi lamento. Un romanzo storico questo deve fare. Un romanzo rosa, soprattutto se ironico, di amore e divertimento deve parlare. Ma forse, se lo spessore non è alto, si sente il bisogno di ricordare che di solito si legge altro e che siamo incappati per sbaglio in un "romanzetto senza pretese".
Gli adolescenti di oggi si sentono in colpa se leggono certi romanzi perché sono considerati l'antitesi della letteratura e finiscono per non leggere niente. Niente. Certo, se si appassionassero a Manzoni sin dal primo incontro sarebbe uno spettacolo ma... siamo sinceri, chi di voi l'ha fatto? Per me I Promessi sposi sono diventati un bel libro a vent'anni, non a quattordici. Sì, è vero, la passione dovrebbe nascere con Stevenson o Doyle, ma se non fosse? Se a quattordici anni, incastrato in un corpo che ti sembra alieno con una mente che corre lontana, tu avessi bisogno di leggere qualcosa di tangibile? E se poi, con il tempo, il tangibile non ti sembrasse più abbastanza e avessi bisogno di impazzire tra le pagine di Hemingway o Hesse, non sarebbe magico?
Io leggo romanzi rosa. Io leggo fantascienza distopica. Io leggo fantasy. Io leggo Orwell, Calvino, Voltaire, Bulgakov, Ibsen, Bandello. Leggo Manfredi, Simmons, Shakespeare. Leggo i grandi classici, leggo la narrativa contemporanea, leggo romanzi storici. Leggo tutto, tranne i gialli e i thriller. Se escludiamo Hellen Fielding, Anne Rice e J.K. Rowling, i primi libri "tangibili" li ho letti a ventitré anni. Non perché non li ritenessi all'altezza (ma di cosa, poi?) ma perché non sapevo che oltre Euripide, Austen, Coelho, Diderot, Baricco, Balzac, Brecht e compagnia bella ci fosse altro. 
L'intolleranza narrativa non mi piace. E vi dirò di più. Non solo non mi piace, ma non la capisco nemmeno. Qualche settimana fa sono entrata in libreria con D. e degli amici, e dietro uno scaffale c'era una ragazza che parlava di Luciano Canfora come se fosse l'unico autore degno di essere considerato tale. Bene, la tipa, appoggiata su degli strani zoccoli con tacco stratosferico, diceva al ragazzo, che probabilmente avrebbe anche comprato l'intero negozio pur di farla star zitta: "No, tu che ne pensi? No davvero, di Canfora, che dici? Che opinioni hai? Cioè, secondo te..." 
Cosa vuoi che ne pensi di Canfora un venticinquenne alle 11 di sabato sera mentre inganna il tempo prima di andare a ballare? Nemmeno Canfora penserebbe niente di se stesso con la bistecca ancora sullo stomaco, il vino in circolo e te che fai domande a raffica neanche fossi una mitragliatrice narrativa. 
Io, che di Canfora ne ho fin sopra i capelli, e di cui non ricordo assolutamente niente, ho girato i tacchi e sono andata nel settore fantascienza/fantasy. 
Sì, avete ragione, così sono intollerante anch'io. Scusate. 

Beh, sapete che vi dico? Io spero che la gente legga. Che legga. Che legga qualunque cosa e non che non si vergogni di dire cosa legge. Perché lo sappiamo tutti che leggere apre la mente, che regala un lessico infinito, che stimola la fantasia, che fa cambiare idea, che permette di riflettere su se stessi e sul mondo, che fa crescere.
Che legga, l'umanità. Se qualcuno la guarda dall'alto in basso, o se la puzza sotto il suo naso diventa troppo pungente, che si finga stupida, l'umanità. Se si ha a che fare "intolleranti letterari" non si farà altro che compiacerli.
M.

7 commenti:

  1. Non so come prenderai questo commento, ma sono molto esigente in fatto di generi letterari, un po' come allo stesso modo coltivo determinati gusti musicali. Non sono disposta a mettermi in discussione: leggo solo ciò che mi piace leggere, non tutto pur di ritrovarmi con un libro in mano. Dunque il mio è un sì spregiudicato all'intolleranza letteraria!

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    1. Quindi mi guardi dall'alto in basso perché sono un catino di raccolta libri? :D

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    2. Ahah, no, per carità, ho un grande rispetto per il diverso da me! ;)

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  2. Quando avevo sedici anni leggevo Cesare Pavese, Sartre, Liala e Paperino. Insomma sotto l'aspetto letterario ero onnivora. Nel tempo ho mantenuto più o meno la stessa varietà, mi piace leggere il libro impegnato e quello più leggero, di solito alterno. La vita è bella perché è varia, quindi anche i libri che leggo devono variare, mi aiuta a mantenere la mente aperta.

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    1. Bella l'idea di variare per mantenere la mente aperta; mi sembra un ottimo sistema, anche per imparare tecniche sempre nuove e diverse.

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  3. Applaudo! Un conto è avere gusti più o meno selettivi - che è del tutto normale -, un altro è vedere la narrativa suddivisa per livelli, in cui guarda caso i generi e gli autori più alti sono... quelli che piacciono all'ideatore della classifica! E' normale trovare "sugo" nelle opere che sono nelle nostre corde, ma da qui ad avere i paraocchi ce ne passa.

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    1. Sì, proprio sì.
      Non ho mai letto un Harmony ma il fatto che da vent'anni continui ad esistere e a vendere numerose copie mi fa pensare che sia una collana molto amata. Eppure non conosco una sola persona che li legga.
      Sarà che non ha voglia di dire che gli piacciono? :)

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