lunedì 22 ottobre 2018

Sul libro "Quello che le mamme non dicono"

Durante l'attesa di Meraviglia ho letto tantissimo. Mi sono lanciata su saggi a tema gravidanza, tomi di consigli e/o procacciatori di ansia, testi sull'alimentazione del feto e neonato. Nessuno, però, è riuscito nell'intento di spiegarmi cosa fosse la gravidanza se non il romanzo più carino in assoluto sul tema in questione. 

Quello che le mamme non dicono
Chiara Cecilia Santamaria
Genere: romanzo ironico
Editore: Rizzoli 
Prezzo: 6,99 eBook; 9,35 cartaceo
Uscita: 14 marzo 2012 
Facebook: Ma che davvero? 
Instagram: macheddavvero
Link Amazon: Quello che le mamme non dicono

Lei ha 27 anni e crede nel mojito, nella carriera, nel suo uomo e nei viaggi improvvisati. La nana ha cinque settimane e abita la sua pancia. Scoprirlo è uno shock, "fare la mamma" sembra un'attività totalizzante, incompatibile con libertà, sogni, ambizioni. L'autrice decide di affrontare la situazione armandosi di buoni propositi, ma soprattutto di ironia. Qui si sostiene che è buono e giusto conservare la parte migliore di sé - quella divertente, folle, avventuriera - anche dopo un figlio. Che l'istinto materno a volte arriva e altre volte è in ritardo. Ma anche che esistono momenti neri che nessuno racconta, che dopo un mese di neonato ne servirebbero tre di psicoterapia, che ogni tanto è normale rimpiangere il "prima". Dimenticate la mammina che chiama il figlio "angioletto" anche se non dorme da quindici settimane, quella che considera il parco giochi una botta di vita e decanta le gioie delle vacanze coi nonni. Preparatevi a scoprire tutta la verità riguardo alla vita col pupo, e anche gli esilaranti retroscena di pappe, giochi e ninne nanne. Un libro dedicato alle donne che si sentono troppo giovani per fare figli, a quelle che ci pensano ma non sanno cosa le aspetta, a quelle che già ne hanno e certe volte, con tutto l'amore del mondo, vorrebbero fuggire alle Bahamas.

lunedì 1 ottobre 2018

Il Romance Distopico è...

Ve ne ho parlato tanto, anche se mai in modo diretto. Vi ho raccontato che stavo scrivendo una storia, che ci lavoravo e rilavoravo, che era complessa, che era un'impresa ardita, che adoravo i personaggi e 5 minuti dopo li odiavo, che li raccontavo e poi mi fermavo. 
Vi ho parlato, in modo indiretto, di questa storia. Una storia che chiamavo il Romance Distopico perché gli elementi principali che la caratterizzano sono proprio questi. E dopo anni passati a darvi informazioni vaghe, a fare accenni che non portavano quasi mai a niente, qualche giorno fa sui social vi ho detto che sta per arrivare. E in effetti è così.