venerdì 9 ottobre 2015

Spettacolo

Nelle ultime settimane, nel blog, avevo abbandonato il tema della scrittura preferendogli quello della lettura, delle domande, dei giochi e delle banalità. Il motivo è presto detto: aspettavo l'uscita di Librino Nuovo e non ero sicura di cosa potessi dire sul tema dello scrivere senza farmi prendere dalla voglia di raccontare come sono andate le cose per Il mio supereroe. Avrei potuto parlare della storia a cui ho lavorato dopo, di quella a cui penso adesso (ma a cui non lavoro per scelta), al fantascienza che è lì, che mi chiama, e che io ignoro dandomi della caccola rinitica, ma mi sarei forzata a non andare in quella direzione, avrei costruito un post perché dovevo e non perché volevo. 
Adesso, invece, devo e posso. Non so se riuscirò a parlare di com'è andata la stesura della storia. Penso che sia meglio andare a briglia sciolta e vedere dove arrivo, anche perché il raffreddore mi impedisce di costruire una scaletta mentale in grado di condurre a qualcosa di concreto.


Uhm, ora che l'ho scritto non mi viene più in mente niente di naturale.
Va bene. Inizio con il dire che... è uno spettacolo. Tutto quello che sto vivendo adesso è uno spettacolo. Se solo avessi un po' più di tempo per dedicarmi all'ansia e all'agitazione invece di dover lavorare, penso che sarebbe ancora più spettacolare. Ma forse sarei anche più ingestibile e indomabile, quindi è quasi meglio che il lavoro si stia prendendo tutto questo spazio.
Tornando allo spettacolo, trovo difficile spiegarvi come sono state le ultime settimane. Sono addirittura andata a rileggere il contratto per essere sicura che fosse tutto vero. E che avessi capito bene. Non si sa mai, nella vita.
Ma era tutto reale. 
Quando sono arrivate le notizie su Librino Nuovo sono stata posseduta da un turbine di emozioni, tutte collocabili nella fascia "ansia da prestazione". Scriverlo, tutto sommato, era stato un gioco da ragazzi. Un gioco che aveva previsto interruzioni comunicative per visualizzare la storia, perdita di interi pomeriggi, un'avvolgibile chiusa e una stanza buia in cui le dita volavano sulla tastiera, torcicollo, indolenzimento al solito braccio che impugna il mouse, rapporti sociali diminuiti, difficoltà nell'addormentarsi perché troppo impegnata a immaginare i fatti. Un giochetto, no? Proprio una cosetta da niente.
Il problema, infatti, arriva con la pubblicazione, che, a mio parere, è un po' come il matrimonio. Se pensi che sia un punto d'arrivo, non hai capito niente ed è meglio se rimani single o, nel mio caso, se scrivi per te stesso e basta. Il viaggio inizia con te che scrivi e va avanti con ciò che scrivi che viene comprato e letto dalla gente. Ecco spiegata l'ansia da prestazione.
Ora, a 4 giorni dall'uscita, l'ansia ha stretto amicizia con Amazon e si frequentano così tanto da farmi quasi ingelosire. Sono carini, insieme, anche se alle volte battibeccano nemmeno fossero due sorelle zitelle e bisbetiche. Io sono la loro nipotina che spera di ottenere un po' di attenzione e di bere un tè degno di essere chiamato tale, e non quella brodaglia colorata che loro producono lasciando in infusione giusto quei due rametti pescati da una vecchia bustina. 


Spettacolo. Vorrei dimostrarvi che ho un lessico ineccepibile e che sono capace di descrivere ciò che sento in altro modo ma non ci riesco. Sembra che i sinonimi non vogliano occuparsi della sua area di competenza, e va bene, alla fine. Posso anche tollerarlo. Il mio ego si innervosisce un po' ma ci pensano le acidule sorelle, e il raffreddore, a farmi dimenticare di questa mancanza.
Emmosi, Librino Nuovo è nel mondo ed è a nome mio. Avete visto quanto è scritto grande? Agghiacciante, no? Tutti i sistemi che avevo trovato per sabotare la vera me, nascondendola dietro lo pseudonimo, sono falliti. Ma sono falliti per un ottimo motivo, e adesso attendo che decolli. Sperando che lo faccia.
Avrei voglia di scrivere una postilla, chiamandola proprio "postilla", ma non so che dire, e ho assoluta necessità di andare a recuperare un fazzoletto prima di trasformarmi in un buffo manga a cui cola il naso. 
Nelle prossime settimane sarò meno vaga.
Forse. 

Uh, cola. 

M.  

14 commenti:

  1. Peccato solo che Delos digital non preveda un cartaceo print on demand su Amazon che invece altri editori digitali hanno, non fa la differenza in termini di vendita ma è un'opportunità in più. Per il resto tutto bello, attendiamo i dettagli sulla pubblicazione e curati il raffreddore, che non sarà 'na tragedia, ma parecchio fastidio lo procura. Un bacione sandra

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    1. Sandra, sei un tesoro! :)
      A proposito del cartaceo, hai ragione. E poi, vuoi mettere avere una copia del tuo libro? Io mi scatterei selfie ovunque! :D

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    2. Verrà così male il Kindle in foto? :-P

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    3. Una volta ci ho provato... un disastro. Diciamo che è colpa della fotocamera del telefono? :D

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  2. Oh beh, ma allora adesso il tuo blog può serenamente diventare "il mondo di Monica Brizzi", no? :)

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  3. Emmosi però suona meglio di Monicosi...^_^
    Comunque complimenti di nuovo, deve essere stata una bellissima emozione, che ti auguro in crescendo.
    È facile prendere il raffreddore in questo periodo...mi raccomando oltre al tè può servire una spremuta, così fai il pieno di vitamine. ;-)


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    1. Graaazieeee Giulia! ^_^
      Ho già il naso di un clown! Sigh.

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  4. Fa davvero un po' impressione pensare che, dopo averla tanto covata, la storia è là fuori, nel mondo. :)

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    1. Tanta impressione. Ti lascia in uno stato di stordimento, no? :)

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