giovedì 17 dicembre 2020

Il decalogo dell'esordiente-autopubblicante #2

In questi giorni mi sono ricordata che un sacco di tempo fa, quando ero agli inizi e seguivo un gruppo di blogger che parlava di cosa e come fare per essere uno scrittore, avevo scritto un decalogo per l'autore esordiente che non solo si affacciava al mondo dell'editoria, ma lo faceva anche da self.

Le cose sono un po' cambiate, ultimamente, ma c'è ancora un nutrito numero di persone, soprattutto autori (perché al lettore, in fondo, interessa solo leggere un libro bello e scritto bene) che ha un'opinione negativa di chi sceglie di fare da solo. Sebbene sia piuttosto chiaro che tanti autori preferiscano questa strada e non vi siano obbligati perché nessuno li pubblica, l'idea che il libro possa non essere confezionato bene, c'è.

Il problema è che di libri confezionati male, indi o editi tradizionalmente, ce ne sono. Non possiamo fingere il contrario. Impaginatura pessima, refusi, errori grammaticali.
Le sviste sono all'ordine del giorno e i refusi dei piccoli mostriciattoli che si fanno in quattro per averla vinta su chiunque. Ma da qui a vedere un libro palesemente "scomposto", che sia per trama, estetica o lingua, ce ne corre.


E allora, come risolvere la cosa?
Ecco un decalogo che potrebbe essere di aiuto: 

1. Leggi. Leggi. Leggi. Se leggi, e leggi tutto, e ti soffermi su come, cosa e perché, la tua scrittura non potrà che beneficiarne e sbocciare. Migliorare, fluire, cantare. 

2. Anche se sei bravo, non puoi pensare di saltare a piè pari ciò che si nasconde dietro. Un corso di scrittura, un laboratorio, manuali. Qualunque cosa va bene, basta che sia qualcosa che possa insegnarti come e perché e che si fonda con il tuo istinto e la tua necessità di raccontare. 

3. Leggi ciò che scrivi, rileggi ciò che scrivi. Fallo dieci volte, poi ricomincia. Taglia ciò che puoi tagliare, aggiungi se devi, pensa che il prodotto finale deve essere perfetto e necessita una limatura. Lima, lima, lima. Pulisci. 

4. Correggiti. Poniti dubbi grammaticali, lessicali, strutturali, semantici e via dicendo. 

5. Analizzati. Prendi appunti, rifletti sulla trama, studia i personaggi. Come si muovono, come dicono le cose. Cerca di non lasciare nulla al caso. 

6. Vivi. Guardati intorno, riproduci scene reali, dialoghi realistici e personaggi possibili. Non veri, ma nemmeno messi insieme per creare un accozzaglia inesistente.

7. Contatta un grafico per la cover o, se la fai da solo, studia come farla. Scegli un programma adatto, guarda cosa c'è in giro, rendi la copertina del tuo romanzo un biglietto da visita perfetto. Alcuni libri perdono lettori in partenza perché la presentazione non è bella, o evidentemente fatta da un non professionista.

8. Stai vendendo. Non stai regalando. E se una persona compra, vuole un lavoro fatto bene. Se lo fai per divertimento o per metterti alla prova, o comunque non hai intenzione di far pagare un tuo lavoro, pubblica e sii felice. Ma se i lettori pagano per ciò che fai, devi farlo in modo egregio.

9. Trovati più di un lettore beta che possa dirti ciò che pensa con sincerità, dopodiché cerca un editor. 

10. Sii umile. Il fatto che tu scriva, e che per alcune persone ciò che scrivi sia bello e ben fatto, non significa che debba piacere a tutti. Fattene una ragione. Non replicare alle critiche, perché ognuno ha il diritto di pensarla come vuole e di esprimere la sua opinione. Piangi in silenzio e fai tesoro di quei dettagli che potrebbero esserti di aiuto per capire come migliorarti.

Onestamente, se guardo questa lista e guardo quella di cinque anni fa (qui), di differenze che ne sono a bizzeffe e di certo, quell'autrice che si stava affacciando al mondo dell'editoria e dell'indi, avrebbe amato un articolo come questo.
Non si smette mai di imparare e ogni volta che rileggo qualcosa scritto da me lo ritocco, lo ripulisco, lo sistemo. Avrei, e ho, la tentazione di farlo anche dopo che ci hanno messo le mani gli editor, ma a un certo punto bisogna lasciar andare un progetto e ammettere con sé stessi che ogni nuovo lavoro è migliore del precedente perché lo studio e le attenzioni crescono, ed è giusto così.
(Ma ciò non toglie che li revisionerei all'infinito!)

E voi, che ne pensate?
Da lettori, cosa vi aspettate di trovare in un libro?
Da autori, siete d'accordo con queste "regole"? Ve ne vengono in mente altre?

Monica 

2 commenti:

  1. Da autore sono d'accordo con tutti i tuoi punti, però da lettore penso anche che, a volte, ho letto storie bellissime anche se non erano perfette. Poi ti assicuro che più di una volta ho trovato errori e refusi in libri di grandi case editrici.

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    1. Proprio così, ed è più difficile da comprendere, visto che dietro "dovrebbero" lavorarci ancora più persone. Che peccato!

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