venerdì 17 giugno 2016

Allo sbando

È un periodo in cui mi sento un po' allo sbando. Vagamente sballottata dalle cose che succedono e che mi sembra di non poter controllare. Ed è chiaro anche alla tastiera che parlo dello scrivere. 

Sono in quella fase dell'anno, che ogni tanto capita, in cui vorrei chiudere tutto e darmi al giardinaggio. Poi mi ricordo che io sono una frana con le piante e che non sopravvivono mai a lungo perché non gli do la giusta quantità di acqua e non uso prodotti per aiutarle a non essere sgranocchiate da piccoli animaletti. Le uniche che hanno resistito sono lo spatifillo che mi ha regalato una deliziosa studentessa australiana ben tre anni fa - ovazione per la piantina che sopravvive - e che se ne sta sopra un mobile in cucina fiera di essere così gradevole e rigogliosa. Non fa più i fiori e questo mi fa pensare che qualcosa di sbagliato lo combini ma è comunque un bello spettacolo. L'altra è una di quelle curiose piante grasse che non sono veramente grasse, che fanno fiorellini gialli in primavera, che crescono ovunque e che resistono anche al ghiaccio e alla neve, che se ne fregano se gli dai l'acqua e che sono totalmente autosufficienti. 
I fiori, tipo quelli della foto, se la passano piuttosto bene nel loro vaso/bottiglia ma credo che vadano avanti perché si trovano comodi nel posto in cui li metto, non perché io mi applichi chissà come. 
Insomma, non sono brava.

Allora penso di tornare alla scrittura e in effetti ci torno, ci torno perché scrivere è una delle cose più belle del mondo. E ora che sono alle prese con il finale del secondo tomo della saga romance/distopica/fantascienza mi chiedo che ci voglio fare. Manca ancora un sacco al completamento, anche perché fino a quando non avrò finito il terzo non succederà niente a nessuno dei tre, però qualche domanda me la faccio. E non mi do nessuna risposta.

Questa cosa, questa cosa dello scrivere, la dovrei prendere per quello che è. Una passione, un bisogno, una necessità. Nient'altro. Non dovrebbe andare oltre. Perché se va oltre, se pensi che possa diventare altro - e non parlo di un lavoro ma di un qualcosa che completa ciò che sei - poi arrivo a questo periodo dell'anno. Il periodo in cui mi chiedo perché lo faccio. Dove voglio arrivare. Quanto sarebbe meglio darsi al giardinaggio.
E quindi mi distacco. Scrivo e mi distacco, salvo poi tornare sulla pagina con una spinta che viene da dentro e che mi costringe a pensare alla storia anche quando non vorrei. Dunque vado al cinema per vedere un film e penso a quello che N. e M. - ebbene sì, queste sono le iniziali dei protagonisti de Il Romance distopico - vogliono fare. E mentre mi portano dalla loro parte, nascono altre mille idee, se ne perdono alcune, se ne creano altre e si mischia tutto in un'enorme padella che ricorda quella della paella che si usa per le fiere sul cibo che tanto spopolano negli ultimi tempi.
Allora mi costringo a non fare niente. Non scrivere, non pensare a ciò che voglio scrivere, non immaginare nuove storie, non riflettere su come far muovere ciò che ho già scritto.
In che modo?  

Come già detto, vado al cinema. Nelle ultime tre settimane ho visto:
X-Men - Apocalypse: bello.
Warcraft - L'inizio: carino.
Now you see me 2: bello ma non all'altezza del primo.
Poi leggo, ma ve l'ho detto che non me la cavo bene nemmeno con quello, ultimamente.
E quindi guardo gli Europei. Ebbene sì, il calcio mi piace. Insieme al pattinaggio su ghiaccio, è uno di quegli sport che mi incantano. L'ho sempre seguito, soprattutto quando si tratta di grandi tornei ma questa volta, cavolo, appena trovo una partita in tv mi fermo. Faccio una cernita dei calciatori, di quanto sono bravi. Tifo, rifletto. Guardo l'Italia e mi sgolo. E intanto che succede? Penso a quella nuova idea. Penso a come concludere il secondo tomo del distopico. Penso a quanto sia meglio farlo finire in un modo piuttosto che in un altro. A quanto debba dire senza svelare ciò che succederà nel terzo
Insomma, tutti i tentativi di pensare ad altro finiscono nel cestino insieme al nocciolo della pesca o dell'albicocca di turno che sgranocchio durante la riflessione
E nel mentre, nel mentre, La Storia mi pone delle domande e Quello Nuovo che fa? Vuole delle risposte! Perché in tre si intrufolano e mi tormentano? Ma soprattutto: perché in tre?
Per finire: perché ci sono dei momenti dell'anno in cui mi incasino così? 
 
Riassumendo - e per farla breve - sono una scribacchina/scrivente/autrice/raccontastorie allo sbando

M.   

17 commenti:

  1. Anche io in questo periodo sono allo sbando. Ho tantissime cose a cui pensare, un po' di ordine da fare. Energeticamente percepisco che ci saranno cambiamenti importanti nella mia vita, ma al momento non arrivano, quindi non posso fare altro che districarmi fra tutte queste problematiche in attesa di tempi migliori. Non posso nemmeno dedicarmi al giardinaggio: ci pensa mio marito, e va bene così perché io sono un disastro...

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    1. Ha il pollice verde? Mitico.
      Prima o poi qualcosa si muoverà, no? Sì dai, sì sì sì. :)

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  2. E siamo in tre, allo sbando e negate con il giardinaggio. Io sto per andare via qualche giorno e mi sento allo sbando pure in quello. Ho organizzato una vacanza e c'è stato un problema imprevisto per cui abbiamo dovuto cambiare tutto. Inoltre ho passate le ultime due settimane a cercare di promuovere il nuovo romanzo in giro sui gruppi Facebook, a mandare mail ai blog che non sempre rispondono e a stressarmi. E ogni tanto mi chiedo il senso di tutto questo...

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    1. Quanto hai ragione, Giulia. Me lo chiedo anch’io. E la cosa bella è che non so darmi una risposta. Tu sì?

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  3. Io me la cavo abbastanza col giardinaggio, dai, è stato proprio potando delle piante che ho pensato ad aprire il mio blog. Lo so che non c'è nessuna connessione tra piante e web, ma vabbè, ahah! Io più che allo sbando ho molte cose da fare, occuparmi del blog, scrivere recensioni per un altro blog con cui collaboro, pensare a fare la valigia perché fra un po' vado al mare e sono già in crisi su cosa portare, piove sempre!! E ogni tanto mi chiedo perché mi sono dedicata alla scrittura (io sono diplomata in grafica pubblicitaria). Poi penso a cosa mi è capitato in questi otto mesi di blog e sono felice!😃 Pensa che non tutti (anzi pochissimi) riescono a scrivere dei libri, sarai sicuramente più soddisfatta!❤

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    1. Oh Vanessa. Che carina. Grazie. <3
      Con il tuo blog stai facendo un ottimo lavoro e anche se ti impegna tanto immagino che la gioia vinca su tutto! Bello, no? :)
      Speriamo che questa estate si decida ad arrivare!

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  4. Anch'io mi sento parecchio alle sbando. Mi manca proprio il tempo per fermarmi a pensare. Vorrei scrivere, vorrei riprendere in mano il romanzo dell'anno scorso, vorrei trovare casa a un romanzo a cui tengo parecchio, anche perché l'ambientazione mi chiama, mi chiama e i personaggi vogliono che racconti cosa succede dopo...
    Per il momento il tempo è talmente poco che il problema non si pone neppure. Quel poco che scrivo lo dedico al mio Holmes, che almeno non si lamenta e mi fa stare bene. Potrei fare di più credo, ma al momento scrivere e stare bene mentre scrivo è già una gran cosa.

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    1. L'idea di decidere cosa scrivere semplifica un po' tutto, credo. Il fatto che tu abbia scelto Holmes penalizza gli altri ma ti permette di andare avanti e ti fa stare bene, il che è buono, molto buono. Sei allo sbando ma sei felice. Bello. :)

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  5. Monicaaaa :3 Penso capiti a tutti di sentirsi allo sbando ogni tanto, anche ai giardinieri probabilmente ;) Per inciso, io non ho proprio il pollice verde, nada de nada. A me capita a periodi con il blog, quando mi manca proprio la voglia di fare quello che faccio. Poi prò passa, meno male. E per quanto riguarda i personaggi che si intrufolano... mi sento compresa da qualcuno finalmente! E' il tempo che mi manca, accipicchiolina XD

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    1. Il tempo. Cavolo, sì! Per te deve anche essere più difficile, con un litblog ben costruito che esige recensioni accurate e presentazioni di libri. Come fai a trovare il tempo per scrivere? Io vorrei provare 20lines, Wattpad, vorrei scrivere qualche racconto ma poi mi chiedo: hai deciso di smettere di dormire? No, perché se hai preso questa decisione va bene, altrimenti continua a fare quello che fai che mi sembri già abbastanza incasinata. :D

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    2. Sinceramente non lo so XD A volte capita che scriva la sera (meglio, la notte), anche un paragrafetto alla volta e sono soddisfatta. Ultimamente mi sono imposta di dedicare i weekend solo alla scrittura - tipo adesso, programmo un po' di post per il blog, stacco internet e vado a scrivere. Non vedo l'ora della pausa estiva di Agosto per dedicarmi esclusivamente alla scrittura e se sono brava spero di riuscire a terminare il mio nuovo romance :3 Sperando non si scateni l'apocalisse nel frattempo XD

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    3. Ooohh, bello. *_* Romance puro?

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  6. Secondo me essere allo sbando è costruttivo, anche se fastidioso. Quando non hai il controllo le cose possono accadere, perché tu non ti metti in mezzo, quindi anche la storia può cercare meglio la sua via senza che tu le stia costantemente con il fiato sul collo. Ci sono libri che trattano proprio del perdersi come mezzo per trovarsi, come "A Field Guide to Getting Lost" di Rebecca Solnit. Ti sono di grande aiuto, vero? ;)

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    1. Ah, dimenticavo: a me Warcraft è piaciuto. La storia è un po' compressa e si perdono un po' troppi personaggi per strada, ma considerate le origini è comprensibile.

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    2. Quindi questo mio sbandare potrebbe portare qualcosa di buono? Mi piace questa teoria! ^_^
      “Warcraft” lo conosci per il videogioco o per i libri? Io per nessuno dei due, solo perché ne avevo sentito parlare. Sono uscita dal cinema abbastanza soddisfatta, anche se avevo la febbre. -.-

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    3. Anche noi non conoscevamo né il gioco, né i libri, ma dopo il film Enri ha iniziato ad approfondire la storia in rete, ci è piaciuta e così è finita che ho ordinato la raccolta dei primi quattro romanzi. :)

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    4. Bello! Mi fai sapere come sono? :)

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