lunedì 15 febbraio 2016

Ma questo pare

Piove e sento le gocce che rimbalzano sull'asfalto. Me le immagino rotonde e dense, dalla forma appena allungata che scendono a terra e dopo un plic rotolano e si confondono con le altre.
No, non è l'inizio di un racconto ma il resoconto di una giornata un po' triste. Una di quelle giornate in cui anche i biscotti al cioccolato sembrano nemici perché non ti danno nessuna soddisfazione. 

Il mio supereroe è in stallo da qualche settimana e il motivo per il quale sarebbe in stallo è la mia timidezza.
Assurdo, no?
Ma questo pare.
Pare che se non ti spendi a destra e a manca a parlare di te e dei tuoi libri sei costretto a rimanere in stallo. Pare che se non ti fai amici tutti gli autori che ci sono in giro rimani in stallo. Pare che se non gridi al mondo, e nelle bacheche di tutti i social esistenti, che sei un autore rimani in stallo.
- ho lasciato i congiuntivi alle giornate di sole -
Così, vieni punito perché te ne stai volentieri per i fatti tuoi. Che poi, diciamocelo, per il carattere che ho sto facendo dei passi da gigante. Ho un blog. Un blog.
Avere un blog significa parlare continuamente, e parlare di sé. Non è una cosa da poco.
Ho aperto una pagina Fb a nome mio in cui racconto tante piccole cose.
Parlo con altre persone, comunico, commento. Non mi sento digitalmente apatica, né così timida. Solo un po' riservata.
Eppure... è in stallo. 

Quando mi prende così vorrei smettere di scrivere. Vorrei fare qualcosa che mi tenga impegnata al punto da non poter nemmeno pensare a scrivere. Perché se non ci penso non ne sento la mancanza. E adesso non voglio sentire la mancanza di una cosa che non va come vorrei che andasse. O che pretende da me più di ciò che gli do. 
Perché gli do così tanto. 

M.  

Postilla: la voglia di scrivere mi è già tornata. 

15 commenti:

  1. In realtà dovrebbe essere l'ufficio stampa dell'editore a occuparsi di promozione...

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    1. Sì, però "pare che" molto dipenda anche da come l'autore si muove. "Pare che" sia il valore aggiunto.
      Boh...

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  2. Già. Funziona così, pare. E se pure Sandra ha ragione, il mondo non sempre gira come dovrebbe. Se si sapesse cosa fare, in questi casi, là fuori sarebbe pieno di gente che lo fa; credo che la cosa migliore sia continuare a scrivere e lasciare che il libro prenda la sua strada da solo, lunga o breve che sia...

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    1. Vero, però che peccato.
      Il fatto di dover pensare che dipenda da me è triste. Soprattutto perché non è un self. :(

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  3. Hai provato a registrare il tuo romanzo su KDP select di amazon? Io in pratica vendo quasi esclusivamente con questo servizio, i guadagni non sono elevati ma la diffusione non è niente male...

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    1. Non l'ho mai sentito nominare. Me tapina! Grazie Ariel, vado a studiarlo! ;)

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  4. Volevo lasciare un commentino anche qui, ma il tuo post di oggi ha soppiantato il mio slancio relativo a questo! :)

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    1. Quello di oggi era anche più facile da commentare. Meno lagnoso. :p
      <3

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  5. I biscotti al cioccolato non sono mai tuoi nemici. Se non ti danno soddisfazione la colpa è solo tua. :D

    A uno scrittore è richiesta una personalità multipla, in grado di passare mesi in remote condizioni solitarie per poi gettarsi stile squalo nella mischia di un business perverso. Facile, no? o.O

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    1. Sui biscotti: hai ragione. Oggi una mia studentessa mi ha portato il cheesecake che ha preparato secondo la ricetta segreta tramandata dalla nonna e devo dire che ha funzionato divinamente. Gnam.
      Sullo scrittore: hai ragione. Ragionissima.
      Che donna saggia che sei. ^_^

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  6. Purtroppo sono tempi davvero duri, uno scrittore dovrebbe scrivere romanzi di elevata qualità, farsi promozione, essere onnipresente (con interventi intelligenti e mai banali bada bene) sul suo blog, su Facebook, su altri social ecc ecc
    Poi se nel frattempo ha anche un lavoro, perché deve riuscire anche a mangiare, allora direi che è quasi un supereroe... Eh eh ti ho pure citato. Io stasera sono tornata dal lavoro iper stressata e mi sto tuffando nei pop corn, un po' funzionano anche quelli ;-) non perdere la voglia di scrivere però mi raccomando, certi momenti capitano, ma poi passano. Forza M. :-)

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  7. Sento le tue parole come mie. Vorrei dirti che non è così, che non c'è bisogno di scodinzolare ovunque per vendere, ma purtroppo sono convinta che sia proprio così, e che spesso nemmeno questo serva. Non vorrei trasmetterti il pessimismo che mi ha spinta a smettere di scrivere, almeno per ora, ma... le bugie dorate servono? Secondo me ognuno deve fare i conti con il proprio carattere, le proprie aspettative e il momento psicologico. Non ha molto senso prendere ogni propria caratteristica come un limite da annientare. Certi limiti è utile superarli, altri vanno rispettati. Per me la grande domanda è: mi piace scrivere anche a queste condizioni? Non ho ancora trovato una risposta, ma sono felice che la tua voglia di scrivere sia già tornata! :)

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    1. Torna e va via, torna e va via. Fa uno strano ballettino dovuto alla stanchezza di creare storie che non so dove andranno. Tu sei proprio ferma in tutto e per tutto? :(

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    2. Lo hai detto: storie che non sai dove andranno; nel mio caso, storie che non sai SE andranno da qualche parte. Questo è il motivo per cui faccio una pausa di riflessione di durata indeterminata. Sono del tutto ferma, per ora. Prima cerco di capire se posso scrivere a queste condizioni senza strippare, poi penserò a cosa fare dei miei romanzi già scritti. Più che pensarci, lascio che la risposta arrivi spontaneamente. Sono sicura che lo farà. :)

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