sabato 23 maggio 2020

Perché sono diventata "veg"?

Sono cresciuta in una famiglia di quelle belle e calde in cui i nonni tessevano reti e creavano legami indissolubili. La domenica ci si trovava a mangiare insieme, a urlare e borbottare perché la politica/il giornale/il calcio/la sorella avevano fatto/detto/compiuto un atto che meritava discussioni infinite, e in cui a farla da padrona era la carne. Rossa, bianca, ma soprattutto selvaggina, perché Toscana, oltre che vino rosso, significa cinghiale, lepre e capriolo.


Carne. Carne di ogni tipo. 
Carne che non ho mai voluto mangiare ma che sono stata abituata a vedere e ad assaggiare perché: è così. Gli animali ci sono per nutrirci, le proteine nobili vengono da lì, si è sempre mangiata, ma perché ora arrivi tu e non vuoi, fa bene, sei anemica, sei verdognola, ma come pensi di reggerti in piedi, i vegetariani e i vegani sono il male del mondo.

Io accettavo, pur senza capire, e provavo a mangiare. Con conati, sputacchi e strani sguardi degli altri membri.
Ai miei occhi, ciò che per il resto della famiglia era buono e sano, era un essere vivente cotto. Non riuscivo a scindere le due cose e mi sentivo una specie di cannibale che aveva come unica giustificazione per non mandarla giù il "non mi piace". 
Non che ne uscissi pulita, perché la carne va mangiata, ci sono le proteine, fa bene, come ti reggi in piedi sennò, ma almeno non venivo additata come un'infante/adolescente hippy che ribaltava le regole della casa.

Ho continuato così, nel tempo, riuscendo piano piano a eluderne sempre più tipologie. Poi ho iniziato a pensare che ero grande, e che potevo dire la verità a tutti, e cioè che io degli animali non mi volevo nutrire, ma ho rimandato. Per paura, principalmente. Perché non avevo nessuno che mi spalleggiasse, perché non mi piaceva cucinare e non sapevo come sostentarmi in altro modo, perché non credevo che fosse sano.

Poi sono rimasta incinta e tutto è cambiato. A 35 anni mi sono accorta che:
A. potevo mangiare come volevo, visto che ero adulta e vaccinata
B. la piccolina che cresceva nella mia pancia doveva avere un regime alimentare adeguato
C. la vita veg era magnifica.

Allora mi sono messa a studiare. Prima ho letto una marea di libri, mangiando anche contro voglia tutto ciò che credevo che a lei potesse servire (carne, pesce etc). Con il diabete gestazionale, poi, ho corretto la mira.
Dopodiché è arrivata, la Meraviglia delle meraviglie, e ho detto: deve vivere in un mondo che funziona, e questo non lo fa.
Allora ho continuato a leggere, ho preso appuntamento con nutrizionisti ed esperti, ho cominciato a cucinare e... che spettacolo.

Ho scoperto che gli allevamenti intensivi, e non i vegetariani e i vegani, sono il male del mondo. Che ce ne sono così tanti e usano talmente tante risorse da portare il pianeta alla distruzione in tempi brevissimi.
Ho scoperto che vengono tenuti in condizioni disumane.
Che le proteine sono da tutte le parti.
Che i grassi dei derivati animali non fanno bene.
Che la dieta mediterranea, quella vera, ne prevede pochissimi.
Che ci sono un'infinità di prodotti buoni e naturali (non parlo di tofu e tempeh) che non usiamo mai. 
Che potevo stare bene anche senza.



E sono diventata vegetariana, quasi vegana.
Marito e Meraviglia sono onnivori, ma non essendolo io hanno la possibilità di mangiare cose e piatti che altrimenti non assaggerebbero, e di scoprire sapori e salute senza nessuna fatica. E vi assicuro che è bello. Sapere di fare del bene a me stessa, a chi amo e al pianeta.

Non lo dico apertamente, no, perché non voglio creare discussioni e preferisco lasciare perdere. Ma sono vegetariana a tendenza vegana, e mi fa sentire bene.

Voi, che ne pensate? Com'è la vostra alimentazione? 
Sapevate che Niris è vegana? 

Monica 

6 commenti:

  1. Sono onnivora anche se, per gusto, mangio pochissima carne.
    Però, sono felice che tu non "costringa" tuo marito e tua figlia a seguire la tua corrente. E' come il mio ateismo. Mio marito e Lorenzo sono credenti, io no. Non gli vieto di fare una preghiera prima di pranzo, se ne hanno voglia (fortunatamente non sono credenti fino a quest punto, ahahahah). Diciamo che se volessero farla, semplicemente non parteciperei, come quando Marito guarda Studio Sport ed io sono assorta in tutt'altri pensieri.
    Se poi loro vorranno diventare vegetariani spontaneamente, tanto di guadagnato.
    In realtà potrei diventare vegetariana senza problemi, visto che, come detto, non amo il sapore della carne, ma non sopporto le diete. Mi danno proprio ai nervi.
    L'idea di essere a cena con amici e di vedermi passare davanti piatti che NON POSSO mangiare, mi infastidisce. Preferisco non assaggiarli solo perché non mi piacciono, come faccio tra le altre cose con maionese e salsine varie.
    Aborro i diktat, insomma. Ho reso l'idea?

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    1. Sì sì, chiaro! :D
      Io non sono vegana al 100 % proprio per questo. Non perché crei problemi a me, ma perché non voglio mettere in difficoltà amici e parenti, né scatenare discussioni che già così partono con facilità, e non a causa mia! ;)

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  2. Io sono onnivora, ma sono anch'io contro gli allevamenti intensivi, credo che sia necessario assumere comportamenti che salvaguardino il nostro pianeta, prima che sia troppo tardi. A dire il vero potrei diventare vegetariana senza problemi perché adoro la pasta, il pane e la pizza solo che mi fanno lievitare sempre più, quindi cerco di mangiare ogni tanto (oltre alle verdure) anche L e proteine (lo so che anche i legumi contengono proteine ma mi gonfiano, non riesco proprio a mangiarle anche se mi piacciono)...

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    1. Pizza, pane e pasta sono una piccola parte di ciò che mangia un "vegano", ma si è soliti pensare che la nutrizione sia portata avanti solo da carboidrati e verdure... ti assicuro che c'è un mondo intero da scoprire!
      Quanto ai legumi, capisco! Dovresti iniziare piano piano, a piccole porzioni, per abituare stomaco e intestino, e preferire quelli decorticati. Una volta partita, difficilmente tornerai indietro! ^_^

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  3. Sono onnivora, senza per altro possibilità di scelta per una serie di motivi, però gli allevamenti intensivi li condanno anche io, al pari di come condanno (mi é successo davvero) chi fa una scelta etica e ti insulta se tu non fai lo stesso :)

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    1. Hai ragione, è proprio antipatico. La critica e gli insulti sono uno dei modi peggiori di comunicare con gli altri, specialmente se si è convinti di quello che si dice e si ritiene la scelta migliore. Il convincimento forzato non ha senso, ed è per questo che se non mi vengono fatte domande dirette, me ne sto in silenzio.
      Benvenuta! ^_^

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