mercoledì 15 luglio 2015

Nascondersi agli occhi dei più

Già immagino il pomeriggio assolato causa ondata di caldo che avanza e l'appiccicosità che si deposita su ogni cosa. Di ritorno da un fine settimana marittimo condiviso con gli amici - che ha provocato a tutti uno smisurato trauma da rientro -  il lunedì mattina è stato terribile. Lividi sugli avambracci da partitone di beach volley, risveglio senza fila per il bagno che, a dispetto di ciò che si potrebbe pensare, ha intristito un po' tutti, scambio di messaggi giornaliero - lavoro permettendo - per ripercorrere la Due Giorni da poco finita. 
Ora, mentre tutti parlano di vacanze, di ferie e di magnifiche mete da scoprire io me ne sto qui, al caldo, a lavorare. A sudare. A fare lavatrici. A pensare... 

...Non volevo, e non vorrei, che la gente sapesse che scrivo. Questo perché La Gente, intesa come branco di umanoidi che si affanna e si barcamena nella quotidianità - quindi, semplicemente, la gente - , ha sempre uno strano modo di approcciarsi alle notizie.
Tanto per cominciare, non mi piace che La gente pensi che le storie che racconto sono autobiografiche. A stare a vedere, sarei dovuta essere un vampiro, un mostro, una ragazza bella e geniale, una ragazza strana - questo potrebbe anche essere - e via dicendo. 


Non voglio che al lavoro i "miei utenti" dimentichino chi sono confondendolo con ciò che scrivo. O che mi guardino in modo diverso perché produco scritti più o meno piacevoli. 

Di fondo, è la mia riservatezza a fare scelte come queste. Nemmeno la timidezza, perché in un certo modo quella riesco a metterla da parte. Come al lavoro, quando mi costringo a comunicare, o in situazioni in cui i convenevoli sono obbligatori anche se vorrei nascondermi dietro una siepe, o infilarmi nel primo tombino a disposizione.
La riservatezza, invece, è più difficile da camuffare. Per questo l'idea di un blog mi è sempre sembrata assurda. Cosa avrei avuto da raccontare, visto che nemmeno nella vita vera racconto qualcosa? Sono, in effetti, una di quelle persone che sorride senza dire molto. Che domanda senza argomentare le risposte alle curiosità altrui. Bene, tutto regolare, sì sì, e tu?

E invece qui è così facile parlare... non che dica cose portanti, ma chiacchiero tanto. Più del niente che del tutto, ma chiacchiero lo stesso.

Quando ho autopubblicato Innamorarsi ai tempi della crisi, l'ho detto a una decina di persone. Poi, nel giro di qualche tempo sono arrivata a una quarantina. Tra queste ci sono:
- D. - chiaramente
- genitori - chiaramente
- S. e Sab.
- amici strettissimi
- parenti strettissimi
- amici
- un paio di ex compagni di università
- una negoziante e sua figlia - che nemmeno hanno fatto cenno di aver capito di cosa parlassi. 

Qualcuno lo ha detto a qualcun altro e alla fine credo che siano arrivati a saperlo in 50.  
Tra questi non ci sono compagni di classe né di università. Tuttora non lo sanno. E io vorrei tanto che non lo scoprissero mai, ma non sono sicura che la cosa sia attuabile. 
Seriamente: non è proprio realizzabile.

M. B. era un buon modo per proteggersi, per nascondere Monica agli occhi dei più.

Ora che so che tra poco M.B. diventerà completo, visibile, reale, inizio a sentirmi strana.


Ma lo so che è giusto che succeda. Io per prima quando leggo un libro voglio sapere chi l'ha scritto. Mi piace capire chi c'è dietro la storia, che tipo di lavoro svolge, quanti anni ha, che tipo di vita fa. Quindi so di dover comunicare qualcosa in più, qualcosa più dei semplici deliri che strotolo sul blog. Ma non è facile. Non lo è perché tutti quelli che non sanno che scrivo potrebbero arrivare a saperlo. Non lo è perché dire che sono io rende il tutto meno avventuroso. Non lo è perché devo parlare seriamente di me. Raccontare davvero qualcosa di me. Non solo che ho la febbre, che mangio la Nutella o che divento rossa. Ma chi sono, cosa faccio, cosa penso.

Uhm. Che cosa bizzarra. Dovrò iniziare a farci l'abitudine.

Monica detta M. 

P.s. - Non so perché ve lo dico, ma lo farò lo stesso. Condividerò con voi che... qualcuno intorno a casa mia sta facendo un soffritto di aglio e cipolla a quest'ora del giorno. Aiuto. Aiuto. 
Aiuto. 

15 commenti:

  1. Cipolla? Aglio? Non è un soffritto; credo che sia per colpa di quella storia sui vampiri... :-P

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    1. Eppure sono anche abbronzata adesso. Un vampiro non potrebbe mai avere questo color... grano scuro. Sì, ok, hanno buoni motivi per crederlo. :D

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  2. Ti capisco molto bene e, anche se ti conosco solo virtualmente e da pochissimo, penso che potremmo avere una base caratteriale simile.
    Io sto scrivendo ora il mio primo romanzo, e ho impiegato quasi un anno ad accettare la meravigliosa opportunità che il blog mi offre di mostrare chi sono e cosa penso senza censure, cosa che nella quotidianità non sempre mi è concesso. Ho sempre vissuto difendendomi da chi (mio padre, il capo, i colleghi) cercava di soffocare il mio modo di essere e ora, che esso risplende fra le mie parole, mi sento un po' intontita, come i prigionieri della caverna di Platone ...
    Tuttavia credo che la scrittura sia una grande opportunità per noi: non tutti sono in grado di far sentire la propria voce e di lanciare un messaggio tramite i propri libri e i propri blog. Vincere la nostra timidezza, quindi, è il prezzo da pagare per poter essere chi siamo, senza censure. E ne abbiamo il diritto, perché andiamo bene così, non dobbiamo avere paura di farci conoscere. :)
    Un abbraccio grande

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    1. Che belle parole, Chiara. E che brutto quando "la gente" soffoca il modo di essere di una persona. Io avrei mandato tutti a quel paese. In silenzio, tra me e me, ma l'avrei fatto. :D
      Un abbraccio a te, cara.

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    2. In un certo senso, anche io l'ho fatto. :)

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  3. Bene, grande passo, Monica detta M. :-)

    Ciao
    Fabio Vaccari

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    1. Benvenuto Fabio. E grazie! Piano piano ci arriverò. :D

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  4. Molti tuoi motivi sono anche i miei, la riservatezza in particolare. Io all'inizio l'ho detto solo a tre persone e in tempi successivi pensa un po'. È che ho una sorta di pudore sulla mia scrittura, perché quando scrivo, anche se invento una storia, dico quello che penso davvero e quindi è come mettere a nudo la mia anima. Ok, adesso che ho detto questi paroloni vado a nascondermi. Ciao

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  5. ...io lo ammetto...
    qualora mi deciderò a "fare il grande passo" metterò i cartelli, altro che decina di persone!

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    1. Meno male che esistono le persone come te. Se fosse per quelle come me andremmo tutti in giro senza nome, sorridendo qua e là e dispensando informazioni per il minimo indispensabile. Sai che noia. ;)

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  6. Benvenuta tra noi "nominabili"! Questo, naturalmente, è solo l'inizio... (Sono tornata a casa! Presto ti scrivo. :) )

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  7. NOn ho scritto libri e non ho intenzione di scriverne ma ti comprendo ugualmente,quando aprii l'account di google misi il nome e cognome per quello che scrivevo e mi sembrava onesto non nascondermi,poi per ragioni che non sto a spiegare sono passata su altra linea aprendo il mio attuale blog e il nome e cognome sono rimasti so bene che chi mi conosce o a chi lascio la mia email può arrivare al mio blog curiosando nel mio profilo e un po' mi scoccia pensare che le persone che ho attorno tutti i giorni possano scoprire una me diversa e i miei pensieri ...però alla fine accetto il rischio è un modo per essere considerata per quel che sono nel profondo(veramente me) se lo desiderano se no pazienza.
    Ciao

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