giovedì 18 giugno 2015

Blog, seguito e individualità

Tento di non farmi imbrogliare dalla pubblicità dei cornetti gelato che imperversa in tv. Da quei ragazzotti che, felici di essere in vacanza, vagabondano da una spiaggia all'altra mangiando delizie a non finire senza prendere un grammo.
Voglio un maledetto cornetto. 
Ma ne farò a meno perché non sono un'adolescente errante ma una giovane/adulta più o meno stanziale che deve affrontare l'irritante prova costume.
Tutto ciò non ha niente a che fare con il tema di oggi, quindi posso anche concludere e passare al dunque, e cioè...

Tra i blog che seguo ci sono i litblog, anche se non tanti come vorrei. La causa di ciò è che non mi piacciono le critiche negative. Badate bene, non vado in cerca di blogger che decantano la beltà di evidenti ciofeche, ma coloro che sputacchiano in modo palese su certe letture mi creano un vago disturbo. Per questo ho abbandonato alcuni blog che davano i voti. Con voti intendo stelline/fiocchettini/conchiglie e via dicendo. Alcuni, non tutti, perché ci sono blog che, pur utilizzando dolcissime coccardine/cuoricini/orsacchiottini, dicono le cose come stanno senza eccedere in malignità, presentando i libri in modo impeccabile (vedi Sognando tra le righe, che non ha rating e che esprime le sue opinioni senza sovrastare quelle del possibile lettore, e Briciole di parole, che ce l'ha ma che giustifica con estrema dolcezza ciò che non apprezza). 

Con il tempo, quindi, ho scremato. 

Poi ci sono i blog in cui riesco a muovermi, più o meno, tranquillamente perché mi sento a mio agio in ciò che leggo, nella modalità in cui i proprietari si approcciano e nell'empatia che in qualche modo si è creata (sapete chi siete).
E poi ci sono i blog a cui non riesco ad accedere. Quelli che seguo ma che mi respingono. Non c'è nessun Gandalf che, capelli al vento, urla "Tu non puoi passare!". Sono io il Gandalf di me stessa e lo sono perché quanto a commenti sono una disadattata. L'ho capito, a questo punto. Ho un blog da quasi un anno e ancora non riesco a rispondere a modo o a scrivere una mia idea sugli articoli degli altri. Non me ne faccio un gran cruccio, però... sarebbe carino poter andare oltre, poter comunicare qualcosina in più. 
 

Va anche detto che alcuni blog facilitano l'interazione sia attraverso domande poste ai propri interlocutori, sia attraverso risposte a commenti mentre altri non lo fanno in alcun modo. Vuoi per mancanza di tempo, vuoi per mancanza di voglia, vuoi perché "chi esser tu, sciocca M., che ti muovi scodinzolando nel mio territorio?" rimangono estranei al nuovo. Io sono estranea un po' a tutto, quindi non raggiungiamo dei grandi risultati. 

Altro punto interessante che a suo modo è collegato ai blog è l'idea di individualità. Ci ho messo 32 anni per raggiungere la mia anormalità. È mia. Mi piace com'è e voglio che rimanga mia. Il modo che ho di scrivere, quello che ho di parlare, come mi rapporto alla gente, come sorrido, come chiamo le cose, come arrossisco.  

Individualità. 

Questo pensiero è emerso qualche tempo fa quando mi sono accorta che pur avendo abbastanza visualizzazioni le persone che commentavano non erano poi molte. Nessun problema, mi son detta. Io sono la maga-del-non-commento, quindi perché pensare che per gli altri dovrebbe essere diverso? Poi ho temuto che potesse dipendere da come io mi approcciavo ai lettori. Troppo diretta, troppo arzigogolata, troppo demenziale. Se mi fossi rapportata in modo meno strano avrei potuto ottenere altro. Se avessi scritto cose più serie, in modo più usale, avrei potuto ottenere più chiacchieranti. Se mi fossi adeguata alla modalità comunicativa di altri blog avrei visto risultati diversi. Più condivisione verbale. 



Ma il pensiero è durato circa cinque minuti. Dieci, dai. Poi è scomparso. 32 anni. 32 anni per diventare così. 32 anni per accettare che sono timida, per strutturare la persona che sono, per digerire che non sono chiacchierona come pensavo. 32 anni per creare e plasmare uno stile di scrittura che, bello o brutto che sia, mi appartiene. E mi piace. Per questo non ho intenzione di cambiarlo né di cambiare il resto.

Se anche qui, nel mio mondo, dovessi relazionarmi al mondo nel modo in cui il mondo si aspetta, e non in quello che mi racconta, finirei per chiudere tutto e darmi allo sport. Tipo al ciclismo, o al tennis. Non certo al calcio, alla pallavolo o al pattinaggio (i migliori). 

Quindi, tirando le somme, il mio bloggerello non cambierà. Mi piacerebbe avere più commenti? Sì, chiaro. Mi piacerebbe che altri blog mi integrassero senza sforzi eccessivi da parte mia? Sì, chiaro. Sono disposta a cambiare il mio modo di approcciarmi ai blog/blogger? Uhm... no. Perché è l'unico spazio completamente mio, è l'unico ambiente in cui posso essere in tutto e per tutto quello che mi sento di essere. Quindi: pace. 
Vedervi gironzolare qui in giro è bello comunque.

Baci, emmelettori silenziosi. 
Baci anche al Gandalf che si nasconde da qualche parte.
E baci a tutti gli emmetesori che, in un modo o in un altro, ci sono. 

M. 

P.s.- talvolta mi autocensuro. Avevo pensato di farlo anche con questo articolo ma non avrei tenuto fede al predicozzo soprascritto.  

P.p.s.- questa cosa di scegliere un giorno fisso a settimana per i post mi stressa. Sappiatelo. Sappiate che da oggi potrei iniziare a pubblicare a caso. :D 

12 commenti:

  1. Conclusioni giustissime: perché mai dovresti cambiare o cambiare qualcosa del tuo blog? Ammesso poi che ci fosse un modo per ottenere più commenti, non sarebbe giusto snaturare il blog o forzarti a qualcosa. Gli spazi virtuali e il nostro comportamento in rete riflettono ciò che siamo.
    Come dicevo a Marina qualche giorno fa, io seguo tanti blog e non riesco a commentare su tutti. Poi ci sono altri fattori che mi impediscono di commentare. Ci sono blog che leggo perché mi interessano ma li sento in qualche modo "inospitali" e non mi viene spontaneo dire la mia.
    Per quanto può valere la mia opinione, a me il tuo blog piace, scrivi in modo fresco e sincero. Se ti preoccupano i pochi commenti, considera che per farsi conoscere serve tempo. E in estate c'è anche poco traffico.

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    1. Ma che tesoro. Grazie! :)
      Io nel tuo mi trovo benissimo. È bello, strutturato, pensato. Solo che alle volte non ho idee abbastanza intelligenti per commentare. :D
      Riguardo al post, diciamo che la mia era una riflessione sui tanti lettori anonimi. Chissà che fanno. Che pensano. Se temono che ci sia Gandalf.


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  2. Cara M. tu devi essere te stessa, il tuo blog è bello perché è cosi, libero e frizzante come Dafne.
    Poi che noia se tutti ci uniformassimo alla massa.
    Riguardo ai contenuti, anche se apprezzo tantissimo i consigli di scrittura dei blog che affrontano il tema e approfondiscono con cura l’argomento, di cui io mi nutro avidamente per cercare di migliorare, anche la leggerezza di altri argomenti è un contenuto da non sottovalutare affatto.
    Io amo la leggerezza, soprattutto perché so bene quanto essa sia “insostenibile” tanto per citare Milan Kundera.

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    1. Grazie Giulia. ;)
      Depositare un po' di leggerezza qua e là è piacevole, e sapere che non viene sottovalutata lo è ancora di più.

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  3. A me piace scoprire "voci" in rete che mi facciano sentire a mio agio e che mi diano la voglia di presentarmi. Con te m'è venuto spontaneo: te l'ho detto, ti trovo simpatica, naturale, mi piace leggere ciò che scrivi. Questo è il tuo punto di forza, non devi cercare niente di più e niente di meglio: W tutti gli emmelettori! ;)

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    1. W te! :)
      Grazie Marina, sei proprio un tesoro. Come già detto, ricambio tutto e anche di più.

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  4. Carissima M.
    Personalmente adoro tutto quello che scrivi e il modo in cui hai impostato il tuo blog ancora di più... Apprezzo la tua sincerità e la tua ironia che riesce ad addolcire tutto quello che tocchi... Quindi continua così, metti sempre un po' di te in quello che fai e vedrai che il risultato sarà sempre grandioso <3

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    1. Sybil… mi sorprendi sempre. Mi sorprendi e mi rallegri. Mi sorprendi, mi rallegri e mi coccoli. Sei una favola. E le tue recensioni sono le migliori in assoluto. <3 <3

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  5. Ti fai il predicozzo, poi ti autocensuri? Eh no! Non si può. Hai fatto bene a postarlo. I commenti arriveranno, tu continua a essere te stessa e sperimenta vari campi, fino a quando trovi interessi comuni coi tuoi followers. Ogni blogger ha la sua nicchia, così come ogni bottoncino ha la sua asolina!

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    1. Predico e poi non razzolo. Che elemento che sono, eh?
      Comunque adesso mi sento un bottoncino... che carina! Grazie Lisa. :)

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  6. Sono d'accordo con il tuo ragionamento e con le tue conclusioni: perché rinunciare a fare le cose come ti piace? Credo che sull'altro piatto della bilancia servirebbe qualcosa di molto pesante... Non è detto, però, che il nesso tra come sei e la carenza di commenti sia stretto come credi. Tanti lettori non commentano semplicemente perché non si prendono il tempo di farlo, perché ritengono di non poter dare un contributo, e perché non si accorgono che al blogger pare di parlare da solo, anche quando le visualizzazioni ci sono. Si potrebbe indire il premio "se ci sei, batti un colpo": commenta e riceverai... cosa? Un cioccolatino? Una stretta di mano via mail? Mah. :)

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    1. Un barattolo di Nutella? :D
      Chissà cosa pensa, tra l'altro, quando legge i blogger che si domandano come mai non commenti...

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