venerdì 27 maggio 2016

Una questione da risolvere

Mentre mangio una cosa di dubbia provenienza, e pure di dubbia salubrità, scribacchio e condivido idee con voi.

Ho un dubbio. Non è proprio un dubbio quanto più una questione da risolvere. 
Quando è uscito Innamorarsi ai tempi della crisi, ho aperto una pagina Facebook dedicata al romanzo. Andando avanti, mi sono accorta che non sarebbe bastata e che avevo bisogno di uno spazio più ampio in cui parlare non solo di ciò che avevo già scritto, ma anche di ciò che scrivevo e soprattutto di ciò che avrei continuato a scrivere. Così l'ho trasformata nella pagina del blog: Il mondo di M. Con il proseguire dei mesi ho capito che quella Fanpage doveva appartenere all'autore. Non perché credessi di meritare dei fan, ma perché se qualcuno avesse deciso di regalarmi il suo "mi piace" difficilmente mi avrebbe trovata, visto che il mio non è un blog di successo. Dunque è nata la pagina di Monica Brizzi, pagina di cui sono molto orgogliosa e che adoro, così come adoro chi mi segue, chi commenta e chi mi regala il suo tempo.

La questione da risolvere è relativa all'account. Il mio account Fb è come se non esistesse, lo uso più per seguire gruppi come Commenti memorabili, Se i social newtork fossero sempre esistiti - se non conoscete questa pagina dovete assolutamente farci un salto perché Giovanni Verga in versione bimbominkia, il Leopardi nerd e Gabriele D'Annunzio nei panni dello str<n<etto maleducato non ve li potete perdere - e Orgoglio Nerd che per qualunque altra cosa, ma questo è un grande limite. Limite che mi autoimpongo, certo, ma che sono costretta ad autoimpormi perché tra i miei amici ci sono anche i miei studenti. Ho smesso di "accettare" la loro amicizia da un paio d'anni - fingendo di non avere Facebook - ma quelli che ci sono non posso certo eliminarli di sana pianta perché non voglio che sappiano che scrivo. Come faccio? Tuttavia, averli come friends a curiosare è un freno non solo per me come autrice, ma anche per me come persona. Se un giorno voglio scrivere che detesto il lunedì perché devo andare al lavoro, ci devo pensare a lungo onde evitare che pensino chissà cosa. Se voglio postare la foto di me e D. mentre facciamo i cretini con i nostri amici, ci devo riflettere su perché ne va della mia... serietà? Bah.
Se questi "problemi" li ho come persona, immaginate come autrice. Se leggessero i miei libri... 
Non so, sarebbe davvero un problema? Se i miei studenti, gente che va dai 16 ai 90 anni, gente che viene da ogni parte del mondo, sapesse che scrivo, sarebbe un problema? 

Fonte: http://goo.gl/WfIOWi

Ho un account che praticamente non mi serve a niente, a parte condividere qualche foto o post con gli amici e ricevere gli auguri di compleanno. Se facessi convergere le due cose, facendomi meno problemi, permetterei a tutti di scoprire che scrivo e aprirei a chiunque la porta per un mondo a cui tengo infinitamente, che mi fa stare bene e che mi fa avere l'impressione di avere un segreto, anche se vengo letta da tante persone che non mi conoscono
Sarei pronta a mettere in piazza tutto? A mostrare il mio privato - le foto del matrimonio, i post, le battute, le foto del mare, i commenti sulle cene - a persone che non conosco e che mai conoscerò? A far sapere ai conoscenti - studenti, colleghi, ex compagni di università, ex colleghi, ex compagni di scuola - che scrivo romanzi e che ho un blog? 
C'è anche un altro aspetto, per niente simpatico. Ogni volta che divento amica con qualcuno di questo mondo, devo sempre specificare tutto ciò finendo per sembrare antipatica. Senza contare che non stringere amicizia con altri autori è un freno di non poco conto
Per ora con la pagina mi sono salvata. Non so come, ma è così. I miei studenti non crederebbero mai che la loro insegnante è autrice di libri e i conoscenti probabilmente lo stesso. Ma per quanto riuscirò ancora a farlo? 
 
Non so, è come se mi sentissi fuori dal giro, ma quel giro è intriso del mondo vero,quello con cui faccio i conti tutti i giorni, quello per cui non mi posso fare la treccia che scende sulle spalle o per cui non posso farmi un altro tatuaggio (in realtà ho già preso l'appuntamento).
E se, finalmente, entrassero in collisione, che succederebbe? 
Non ne ho idea. 

Al momento, comunque, c'è una piccola M. che urla: fatti un altro account! Fattelo! Eddai!
Che peste che è.

M.  

12 commenti:

  1. Ti capisco benissimo. Io non accetto amicizie dai miei alunni fino a che sono tali. Il giorno dopo gli esami di terza media possono inviarmi la richiesta di amicizia. Il blog è pubblico, quindi devo sempre considerare la possibilità che alunni e genitori mi leggano.
    A scuola, in generale, mi faccio assai poca pubblicità perché mi sono capitate esperienze antipatiche (i prof di lettere scrittori falliti possono non prendere bene la pubblicazione dell'ultima arrivata), ma ieri mi è arrivata una bella notizia scrittevole e non ho potuto fare a meno di anticiparla a due colleghi con cui vado particolarmente d'accordo.
    Certo, se mi mettessi a scrivere erotico dovrei rivedere parecchio la mia politica...

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    1. :D Sì, il genere ha la sua importanza.
      Io davvero non so che fare... mi sembra di mettermi i bastoni tra le ruote da sola. Uff.

      Ma la bella notizia scrittevole a noi quando la dai? :)

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  2. Fregatene! Troppe paturnie: avevo le tue remore, ma le ho superate. Scegli tu il contenuto da dare alla tua pagina Fb e se non vuoi pubblicare foto di cene con amici, delle tue vacanze o del tuo matrimonio non lo fai. Poi, sei una scrittrice? Hai un blog? Perché vergognarsene. I primi tempi è tutto un "risveglio di morti viventi", con richieste di amicizie di persone che non vedi magari da una vita (qualcuno hai persino piacere di sapere che fine abbia fatto), ma passato il boom iniziale, la nave prende la rotta ed è un piacevole navigare!

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    1. Vorrei, ma il limite studenti è davvero difficile da superare. Credo che potrei passare sopra a tutto ma non alle loro facce che scoprono che scrivo. Devo trovare un sistema per non fargli vedere ciò che pubblico. Alla fine li bloccherò tutti. :D

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  3. Ciao Monica, capisco i tuoi dubbi! Io mi sono scelta uno psudonimo proprio perchè desidero mantenere separata la mia attività di scrittrice dalla mia vita privata e poi mi piace far sapere dell'esistenza dei miei romanzi e del mio blog solo a chi desidero, così da sentirmi libera di scrivere quello che mi va senza crearmi problemi. Con facebook ho il problema inverso: non amo i social network, ma alla fine ho creato un profilo con il mio psudonimo perchè penso possa essere importante per farmi conoscere e per stringere contatti con altri scrittori e blogger. Te lo consiglio, credo potrebbe esserti utile per poter pubblicizzare ancora di più i tuoi romanzi

    P.s. Anch'io adoro la pagina "Se i social network fossero sempre esistiti": è divertentissima ;-)

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    1. So quanto è importante ed è per questo che mi cruccio. Creare un altro account mi sembra dispendioso in fatto di tempo, ma usare l'attuale significherebbe davvero bloccare/eliminare i miei studenti e non so se è il caso. Uffi.

      P.s.- Verga che scrive con le K e D’Annunzio che prende in giro Leopardi mi fanno rotolare! :D

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  4. Ma il tatuaggio che hai è di una chiave? :D
    Te lo chiedo perché ho finito di leggere il tuo libro e puoi trovare una recensione su amazon (Liugia anagramma di Giulia). Più una più breve su goodreads. Comunque tornando al tuo dilemma non so cosa consigliarti ma posso dirti cosa faccio io. Io tengo separati vita privata da pagina autore e il mio account lo uso soprattutto per usare la pagina. Tutto cìo che viene postato su Facebook resta per sempre (ok adesso c'è anche il diritto all'oblio, ma se non aderisci resti lì) preferisco mantenere separate le cose, per ora, poi chissà.

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    1. Oh, Giulia. Oh. Grazieeeeee! *_*
      Sono tanto contenta che ti sia piaciuto! Grazie anche per le bellissime recensioni, sei un tesoro! <3

      Nessuna chiave per me, "solo" la fede nuziale tatuata sull'anulare con le iniziali dei nomi. Il prossimo sarà una scritta. ;)

      Anch’io per ora credo che terrò le due cose separate, ma mi dispiace un sacco.

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  5. Eh, non è un dubbio da poco. Io ho l'account personale e la pagina del blog, ma conosco così poche persone, e quelle poche sono così poco interessate a quello che faccio, che il problema non si presenta proprio. ;) Se fossi, chessò, insegnante, però... sì, credo che terrei separate le due cose, solo perché avrei l'impressione di rischiare meno fastidi così.

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    1. Proprio così. Se tra gli “amici” non avessi gli studenti credo che me ne infischierei ma con loro cambia un po' tutto.
      Però in questo modo perdo un sacco di cose. Perdo voi del blog, perdo altri autori, perdo la possibilità di partecipare a giveaway perché tutto questo rimanda al mondo dei libri e nel mondo dei libri ci sono anch'io. Creare un altro account sarebbe la cosa migliore, solo che non so come farò a star dietro a tutto. La pagina, l'account normale, l'account da autore, Google, Blogger... aiuto. Devo trovare un mecenate che mi finanzi. :D

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  6. Comprendo perfettamente i tuoi dubbi, perchè sono stati anche i miei. Non sono un'autrice di libri, quindi, il mio problema si limita, ma direi tranquillamente "limitava", al blog, ma l'ho risolto gestendo il blog in anonimato e creando un nuovo profilo social ad hoc per la community di blogger. Inizialmente per evitare di mischiare vita reale e vita virtuale ho deciso di non dotare il blog di pagine social, però mi sono accorta che era molto limitante quindi ho poi optato per un nuovo profilo svincolato da quello mio reale.
    Mi piace mantenere l'anonimato sul mio blog sia per evitare che siano solo i miei amici a interagire sia perchè sono molto gelosa del mio privato e non mi va di far sapere a tutti indistintamente del mio angolo virtuale e viceversa.
    La tua situazione mi sembra però diversa perchè, a quanto ho capito, hai già pubblicato a tuo nome e quindi la tua attività è già "allo scoperto". Non c'è assolutamente niente di male se fondi le cose insieme, in fondo tu sei Monica Brizzi, insegnante, blogger, autrice e tantissime altre cose che i social non hanno nemmeno la potenzialità di esprimere. Il limite più grande a questo passo secondo me è la paura del giudizio altrui, in particolare quello degli studenti, però già pubblicando a tuo nome un passo coraggioso lo hai fatto. La gente potenzialmente potrebbe già venirlo a sapere facendo una semplice ricerca del tuo nome su Google, quindi io farei un bel atto di fiducia in me stessa e userei l'accout Facebook per tutte le attività che mi riguardano. Alla fine è tua la vita e non sei tu a doverti limitare per colpa di ipotetici giudizi altrui. Se sei una buona insegnante o meno non lo dimostra un social network. Ritengo, poi, che giudicare una persona basandosi su dei post su Facebook, del tutto legittimi per altro, è piuttosto stupido quindi non farti troppi problemi e lanciati, potresti anche avere delle piacevoli sorprese.
    So che il mio umilissimo consiglio può sembrare contraddittorio vista la mia esperienza, però ti assicuro che gestire due profili più pagina è molto faticoso perchè richiede moltissimo tempo che dimezzerei se solo ne avessi soltanto uno, quindi è per questo che mi sono sentita di consigliarti in questo modo.
    Mi sono accorta solo ora che non ti seguivo, quindi ho già rimediato così seguirò lo sviluppo di questo impasse! A presto! :D

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    1. Hai ragione su tutto. Prima o poi dovrò smettere di farmi queste fisime. Prima o poi dirò a tutti che scrivo, che ho un blog e che vorrei farmi sempre la treccia. Prima o poi. Per ora continuo a farmi venire le fisime. :D

      L'idea di avere due account mi preoccupa alquanto, già mi sento "piena" così. Se solo trovassi il modo di non far vedere a un gruppo di persone -studenti/colleghi- i miei post, sarei a cavallo. Umpf.

      Benvenuta! Io ti seguo già. ;)

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